di Massimo Sbardella (*)
Perugia – Il 1 marzo, lanciando i “Materazzi bond” (dal nome del “Marco nazionale” che ne fu testimonial) i vertici Bps avevano fatto una promessa: se raccogliamo 100 milioni li investiamo sul territorio. Dopo aver raccolto 125 milioni (70 dei quali in Umbria) l'istituto spoletino mantiene la sua promessa, lanciando tre prodotti destinati alle imprese ed alle famiglie umbre, con un plafond di 100 milioni di euro. Le famiglie avranno 30 milioni per mutui a un tasso fisso del 5,5% indipendentemente dalla scadenza. Due i prodotti per le imprese. Il primo, di natura chirografaria, riservato agli investimenti (praticamente di qualsiasi natura) effettuati dal 30 giugno 2011 al 31 agosto di quest'anno. Potranno ottenere fino a 250mila euro per un periodo di rimborso fino a 84 mesi, ad un tasso fisso che varia dal 5% a poco più del 6% a seconda del rating. Il secondo prodotto (sempre con scadenza al 31 agosto) per mutui con garanzia senza limiti d'importo, fino a 15 anni. I tassi sono al di sotto del 5%, anche in questo caso legati al rating. Ma i progetti verranno valutati indipendentemente dal rating assicura il direttore commerciale Emilio Quartucci. E con tempi rapidi, l'altra promessa a imprese e famiglie, che avranno a disposizione 70 direttori di filiale con altissime facoltà delegate. Perchè, come spiega Marcello Siena (il manager a capo della struttura erogativa) le distanze tra chi raccoglie la pratica, il punto di analisi e quello di delibera sono accorciate. Bps chiede alle imprese onestà nel presentare i bilanci, assicurando in cambio una lettura al di là dei numeri. “Non ci possono essere furbizie reciproche” afferma il direttore Mauro Conticini. “Quel denaro raccolto lo andiamo a investire nelle aziende meritevoli” ribadisce il presidente Nazzareno D'Atanasio. Che sottolinea con orgoglio gli 84 dipendenti con contratto a termine che entro quest'anno saranno stabilizzati. Un concetto, quello di “meritocrazia”, che piace alle imprese e le spaventa allo stesso tempo. Bps le ha invitate al confronto, pronta a raccogliere le tante sfide poste dalla crisi. “Il merito – esordisce il numero uno degli industriali, Umbro Bernardini – musica per le mie orecchie. Ma attenzione a dire che le aziende meritevoli sono quelle che non hanno bisogno di credito. Quest'azione funzionerà se saprà incrociarsi con le reali esigenze delle Imprese”. Il presidente di Confcommercio, Aldo Amoni, ripete, con i suoi modi coloriti, quanto detto ai vertici di Intesa Sanpaolo: “Mi preoccupa sapere dove verrà tracciata questa linea di imprese virtuose”. E se Amoni chiede attenzione per il terziario, il direttore della Cna, Paolo Arcelli, suggerisce di aumentare la quota destinata alle piccole imprese artigiane, allungando magari la scadenza del 31 agosto per dar loro tempo di organizzarsi nel decidere nuovi investimenti. Quanto alla valutazione delle imprese, Arcelli ribadisce l'importanza del ruolo delle associazioni e dei loro confidi, indipendentemente dalla loro capacità di fare garanzia. Valutiamo le imprese che hanno un futuro raccomanda il presidente Confapi, Gabriele Chiocci. Il dg Francesco Tuccari chiama le imprese al dialogo. Ma non ci sta a che la Bps venga messa tra le banche che hanno stretto i cordoni della borsa. Mostra il +10% degli impieghi 2011 e ricorda il +14% previsto per il 2012. Da noi nessuna impresa potrà dire “ho merito e non riesco ad avere credito”. Sono pronto ad accettare qualunque sfida. I sindacati plaudono all'iniziativa, vista come una risposta finalmente concreta. Sferzano gli imprenditori, qualche frecciata alla politica. Ma chi si toglie i sassolini più fastidiosi dalle scarpe il presidente della controllante Spoleto Credito e servizi, Giovanni Antonini: “Ora siamo tutti qui, ma anni fa ero solo a parlare di banca autonoma. Molti di voi dicevano che ero un esaltato. Ho fatto dure lotte, Dio ci ha aiutato a salvare questa banca. Ed ora possiamo fare iniziative come questa”. Con lo stesso spirito, Antonini rilancia la sua sfida: aumento di capitale, quota 30mila soci Scs in tre anni. La banca – ricorda – sta spingendo forte, andando a recuperare quote di mercato che, secondo me, potevano essere prese anche in precedenza. “Cinque anni fa eravamo tra le prime 300 banche italiane – conclude – oggi siamo tra le prime 30. Ci stiamo trasformando in una media banca nazionale. Più che un traguardo, una nuova partenza”.
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