Orvieto

Popolare di Bari, arrestati gli Jacobini: a Orvieto c’è anche chi brinda

A Orvieto qualcuno ha pure brindato; qualcun altro era invece tutt’altro che sorpreso alla notizie degli arresti per l’ordinanza di custodia cautela agli arresti domiciliari che la Guardia di finanza ha notificato a Marco e Gianluca Jacobini, ex presidente ed ex vice direttore della Banca Popolare di Bari, nell’ambito delle indagini seguite al crac dell’istituto pugliese, ora commissariato.

A mettere nei guai i due personaggi che di fatto gestivano la Banca Popolare di Bari pare ci sia la testimonianza di un dipendente, insieme ad altri riscontri effettuati dalle Fiamme gialle. Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.

Interdizione per 12 mesi ad esercitare l’attività di manager finanziario e d’impresa per l’ex amministratore delegato della Popolare di Bari, Vincenzo De Bustis Figarola.

Le reazioni a Orvieto

Personaggi (soprattutto i Jacobini padre e figlio) con i quali in molti a Orvieto si erano scontrati già pochi mesi dopo il matrimonio con la Cassa di Risparmio di Orvieto, di cui la Popolare di Bari detiene ancora il pacchetto di maggioranza, in attesa della vendita annunciata dai commissari.

Fora incalza la Regione

Alla luce delle ultime notizie che arrivano da Bari il consigliere regionale Andrea Fora chiede alla Regione un’attenzione ancora maggiore sulla vicenda che interessa indirettamente anche il futuro della Cr Orvieto.

Gli odierni provvedimenti giudiziari e restrizioni alle libertà individuali adottati nei confronti degli ex amministratori della Banca Popolare di Bari debbono spingere la Regione e i rappresentanti delle comunità interessate a vigilare con ancor maggior forza ed attenzione rispetto al futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto” sostiene il consigliere regionale del Patto civico per l’Umbria.

La presidente Tesei e la Giunta regionale – incalza Fora – anche sulla scorta della mozione da me presentata nelle scorse settimane, attivi ogni canale possibile con il Mef e le autorità di vigilanza ad iniziare da Bankitalia affinché a prescindere dal futuro asset proprietario di Cr Orvieto il ‘core
business’ della banca resti quello di istituto retail a sostegno del territorio, dei risparmiatori e delle piccole e medie imprese e, ultimo ma non ultimo, in difesa del posto di lavoro dei quasi 300 dipendent
i”.

Anche in ambienti sindacali, infatti, sono state manifestate perplessità circa le trattative in atto per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza di Cr Orvieto. Il rischio, infatti, è che si tratti di una mera speculazione finanziaria, senza la dovuta attenzione per le ripercussioni sul fronte occupazionale e per l’economia del territorio orvietano e umbro.