Dopo l'avvio simbolico del cantiere nella Giornata contro le mafie e i lavori di smaltimento interno, in azione la grande ruspa
Il 21 marzo, nella Giornata in ricordo delle vittime delle mafie, quel braccio meccanico che aveva abbattuto un primo terrazzino dell’ecomostro, conosciuto anche come “Hotel Gomorra”, l’edificio ex Palazzetti a Ponte San Giovanni, era stato salutato come un gesto liberatorio.
Ora le ruspe sono entrate pesantemente in azione per abbattere l’esterno dell’edificio. E con esso, si spera, le polemiche da campagna elettorale. Perché è vero che quella prima apertura del cantiere era avvenuta in una data simbolo (e prima della par condicio che limita la comunicazione degli Enti e che porta quindi, ad ogni latitudine, ad accelerare i tagli di nastro da parte di chi amministra). Ma è anche vero che la demolizione di uno scempio, tra l’altro attraverso un investimento legato ad una nota vicenda giudiziaria – il complesso era stato posto sotto sequestro perché acquistato da presunti affiliati ad alcuni clan dei Casalesi – deve essere salutato con soddisfazione da tutta la comunità perugina e umbra, senza divisioni di parte.
Del resto, il cantiere in queste settimane non è che sia stato fermo. Come abbiamo documentato, infatti, si è lavorato all’interno degli edifici, per eliminare la parte impiantistica con determinate tipologie di rifiuti, così da lasciare alle ruspe la demolizione delle parti in muratura, cemento armato e metallo.
Un’azione per la riqualificazione dell’abitato di Ponte San Giovanni, che attraverso simili “scatoloni” rischia di diventare un quartiere dormitorio. Con le demolizioni nell’area ex Palazzetti può entrare nel vivo la realizzazione del PINQuA 1 (‘PS5G’) della Regione Umbria e del Comune di Perugia. Il Programma, la cui attuazione è affidata ad Ater, prevede la riqualificazione dell’ex Palazzetti, la valorizzazione delle aree archeologiche dei Volumni e Palazzone, l’impianto fotovoltaico e il recupero dell’area ex De Megni.
I lavori di demolizione esterna più impattanti- per i quali si è resa necessaria la chiusura di una corsia di via Adriatica in quel tratto – dovrebbero terminare per metà giugno.