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PONTE DELLE TORRI: UN VETRO PER CHIUDERE LA FINESTRA DEI SUICIDI. FINISCE UNA BATTAGLIA CIVILE CHE SI TRASCINAVA DA DECENNI

La finestrella del Ponte delle Torri è stata finalmente messa in sicurezza. Quella apertura, tanto famosa per affacciarsi su uno degli scenari più belli della vallata spoletina, quanto triste per i tanti suicidi registrati nel corso dei decenni, è stata infatti finalmente 'chiusa' con uno speciale vetro.

Pochi minuti fa, come confermato a TO® da alcuni passanti, gli operai di una ditta incaricata dal Comune di Spoleto hanno terminato il montaggio della copertura. Il Municipio aveva infatti ottenuto dalla Soprintendenza tutte le autorizzazioni necessarie per poter mettere in sicurezza questa parte del monumento. Fra i progetti presentati (dalla inferriata alle telecamere) alla fine ha prevalso quello di uno 'schermo' di protezione trasparente.

Finisce così una battaglia civile che si trascinava ormai da decenni e che queste colonne avevano fatta propria. Con una campagna di informazione e sensibilizzazione martellante prendendo a spunto il leit motiv di Marco Porcio Catone (Carthago delenda est). Oggi, finalmente, Cartagine è stata distrutta.

E’ lunga la scia di sangue al quale il monumento – menzionato anni fa in una rivista turistica piemontese come il ‘Ponte dei suicidi’ – ha fatto da cornice. Tanti anche i salvataggi da parte delle forze dell’ordine: un tempo, quando la Rocca Albornoziana era Casa di reclusione, erano i detenuti a lanciar l’allarme. Poi furono i passanti occasionali.

Una situazione analoga, a partire dalla metà del secolo scorso, si era registrata alla Rocca di Perugia dove però, a metà anni ‘70, fu issata una rete a maglie larghe. Le cronache, dopo tale intervento, registrarono comunque una decina di tentativi di suicidio: ma solo in un caso la persona decise di scavalcare anche la rete.

Certo, non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, la finestra non servirà a curar il ‘male’. Ma non sarà più neanche quella maledetta calamita capace di attrarre persone in difficoltà da fuori città, provincia e regione.

Una battaglia civile dunque si può considerar conclusa. Continua però la guerra alla quale tutti – istituzioni pubbliche e private in primis – siamo chiamati per rimuovere e modificare quelle condizioni ambientali che spesso sono all’origine di ogni gesto estremo.

La Redazione di Tuttoggi.info

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