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Polo scolastico Spoleto, tra definanziamento, documenti mancanti e ombre su speculazioni edilizie

Documenti mancanti agli atti sulle inagibilità delle scuole, ombre su possibili speculazioni edilizie nell’attuale sede della “Dante Alighieri” e quasi un anno perso senza trovare una soluzione concreta per il futuro della scuola media di via don Pietro Bonilli e della scuola materna “Prato Fiorito”, mentre arriva l’ordinanza del commissario straordinario alla ricostruzione Piero Farabollini che certifica ufficialmente – dopo l’annuncio dei giorni scorsi – il definanziamento del polo scolastico di Spoleto.

A fare il punto della situazione, in una conferenza stampa piuttosto accesa, sono stati il sindaco Umberto de Augustinis, affiancato dall’assessore alla ricostruzione Francesco Flavoni e dal presidente del consiglio comunale Sandro Cretoni, ed i senatori Stefano Lucidi (Movimento 5 stelle) e Luca Briziarelli (Lega).

Oggetto dell’incontro era in teoria il decreto Sblocca cantieri recentemente approvato, che prevede al suo interno anche la possibilità per Spoleto di sbloccare fino a 5 milioni di euro dell’avanzo di bilancio vincolato e che erano invece finora “congelati”. Il tutto grazie ad un emendamento promosso dai due parlamentari umbri. Ed ora il Comune ha subito predisposto un piano di interventi infrastrutturali che sarà discusso nella prossima Giunta.

Il sindaco de Augustinis ha quindi puntato il dito sul “meccanismo giuridico” alla base della ricostruzione che “si è rivelato del tutto fallimentare”. Critiche in particolare all’accentramento di tutto nelle mani dei vice commissari alla ricostruzione (i presidenti di Regione) e dell’Ufficio speciale regionale – che comunque “hanno lavorato, non si può negare” – così come alla figura dell’attuale commissario straordinario Piero Farabollini. Nel mirino i molti edifici inagibili in città, per i quali nulla si è mosso dopo quasi 3 anni: il teatro di San Nicolò, palazzo Ancaiani ed il Ponte delle Torri in primis. Mentre sono ancora circa 400 le famiglie che usufruiscono del Cas perché la loro casa è inagibile. “Siamo al limite della violazione dei diritti umani” ha sostenuto il primo cittadino. Che ha sottolineato poi come “per il terremoto del 1997 si è riusciti in tempo più breve a fare interventi”. Forse però il sindaco non ricorda che Spoleto nei primi anni post sisma non era stata ammessa nemmeno ai fondi della ricostruzione.

A tenere banco, però, è stata soprattutto l’annosa questione del polo scolastico di San Paolo, o meglio la ricostruzione della scuola media “Dante Alighieri” e della materna “Prato Fiorito”. Con il sindaco che ha ripercorso le scelte prese a metà gennaio 2017, in un periodo concitato, dopo i terremoti di agosto e ottobre 2016 e quella con epicentro Azzano del 2 gennaio 2017, mentre gli uffici comunali erano trasferiti a Santo Chiodo. Nel mirino ovviamente la scelta di delocalizzare le due scuole a San Paolo, su cui sin da subito l’attuale amministrazione comunale si è mossa per rivederla e puntare invece a ricostruire le due scuole in loco. “L’unica scuola media del centro storico – ha detto il sindaco – non può essere situata in un punto già gravato dall’esistenza dell’ospedale e di una scuola come Alberghiero, che conta circa mille unità tra studenti e personale”.

De Augustinis ha ricordato come l’ordinanza 14 del 2017 del commissario straordinario prevedeva la ricostruzione delle scuole in capo all’Ufficio speciale della ricostruzione di Foligno. Quindi l’analisi dei documenti, trovati o meno: inesistenti i verbali sugli incontri del gennaio 2017, mentre “agli atti ufficiali del Comune non ci sono le schede relative all’inagibilità delle scuole, sono arrivate soltanto a luglio 2018 su nostra richiesta. Senza una valutazione della scheda come faceva Comune a prendere decisioni? Le schede erano a Foligno e non erano state trasmesse a Spoleto e non prevedono alcuna delocalizzazione”. Al centro dell’attenzione del primo cittadino la relazione della Reluis dopo le schede Aedes che per la “Dante Alighieri” evidenziava dei danni pregressi rispetto al terremoto mentre per la “Prato Fiorito” “si prevedeva un intervento della durata massima di 40 giorni”.

Ma se già a fine giugno 2018 la Giunta de Augustinis era d’accordo sul bloccare la delocalizzazione delle due scuole e la realizzazione del polo scolastico a San Paolo, in quasi un anno non si è arrivati a nulla se non ad un punto morto. “Da 6 mesi aspettiamo risposte dal commissario straordinario Faraboollini” ha ricordato Sandro Cretoni. E a chi fa notare la possibilità di sollecitarlo attraverso il senatore pentastellato Lucidi (non è un mistero che Farabollini sia espressione del Movimento 5 stelle), il parlamentare spoletino fa notare: “nessuno me lo ha chiesto”.

Ma intanto velatamente sono state adombrate ombre su un possibile tentativo di speculazione edilizia dietro all’intera operazione. “Dopo che il 16 gennaio 2017 è stata pubblicata l’ordinanza 14 del commissario straordinario per la ricostruzione, che prevede la delocalizzazione di ‘Dante Alighieri’ e ‘Prato Fiorito’, il 17 gennaio – ha rivelato il sindaco de Augustinis – c’è stata una riunione a Perugia alla presenza di Gepafin e del Comune di Spoleto su un progetto per 42 alloggi di edilizia sociale nell’area della ‘Dante Alighieri’”. Progetto di cui non ci sarebbe traccia in Municipio. Il primo cittadino non lo dice apertamente, ma l’idea che l’intera operazione del polo scolastico veda una commistione con una possibile speculazione edilizia permea l’aria. L’unico a parlare più apertamente di questo è il senatore Stefano Lucidi, che ipotizza un conflitto di interesse di Gepafin sulla vicenda e sottolinea che “c’è materiale a sufficienza per chiedere un incontro al commissario ed al sottosegretario delegato alla ricostruzione, oltre ad elementi per presentazione di un’interrogazione parlamentare. Se non fosse cambiata amministrazione comunale – si chiede Lucidi – quale sarebbe stata la destinazione d’uso della ‘Dante Alighieri’?”.

Al di là comunque dell’ipotesi di edilizia a canone sociale in via don Pietro Bonilli, ovviamente tramontata, il polo scolastico viene bocciato anche per gli alti costi: inizialmente si parlava di 6 milioni di euro, poi di 12,6. Mentre secondo le stime del Comune, demolire e ricostruire le due scuole in loco costerebbe circa 3 milioni di euro in meno. Addirittura, adeguando sismicamente la materna ed intervenendo più pesantemente sulla media, si risparmierebbero altri 4 milioni di euro: il costo totale dell’operazione scenderebbe a 6 milioni quindi.

Ancora tutto è in alto mare, mentre il commissario straordinario Farabollini ha pubblicato sul sito internet istituzionale l’ordinanza numero 80 del 6 giugno 2019, che modifica l’ordinanza 14 del 2017, togliendo i fondi al polo scolastico di Spoleto. I parlamentari Lucidi e Briziarelli hanno annunciato che si attiveranno per chiedere incontri e sollecitare che i fondi per “Dante” e “Prato Fiorito” vengano ripristinati in una nuova ordinanza, ma intanto si va avanti sull’ipotesi di un finanziamento con i fondi del Miur. L’unica certezza al momento è che non ci sono certezze.