Sono servite anche a partecipare a gare emesse da enti pubblici per la ricostruzione post sisma nel centro Italia alcune delle circa 200 polizze fidejussorie false scoperte dall’Agenzia delle dogane di Perugia nell’ambito di un’inchiesta che ha portato alla denuncia di 18 persone, per 11 delle quali ora la Procura della Repubblica di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio. Ben 60 milioni di euro di garanzie fittiziamente emesse a nome di 2 compagnie assicurative nazionali e 6 compagnie estere con sedi a Malta, Irlanda, Germania e Svezia.
A coadiuvare i funzionari del Reparto antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Perugia – sotto il coordinamento della locale Procura – sono stati i carabinieri del Comando Provinciale di Perugia. Gli 11 indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di false polizze a nome di compagnie assicuratrici nazionali ed estere, falsità materiale e ideologica, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa ai danni dello Stato, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici e sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro.
L’indagine è partita dalla presentazione di una falsa polizza fidejussoria all’Ufficio delle dogane di Perugia; l’analisi dei movimenti finanziari ha permesso di individuare l’emissione di numerose altre false polizze i cui premi assicurativi, anziché essere riversati alle compagnie assicuratrici emittenti, venivano trasferiti su conti correnti esteri accesi da alcuni degli indagati sia in ambito Unionale che extra U.E.
Le indagini anche attraverso procedure di cooperazione con le Autorità doganali croate e tedesche, hanno consentito di individuare le centrali operative presso le quali venivano materialmente riprodotte le false polizze: a Siracusa e Ascoli Piceno. Attività illecite, è stato ricostruito, facenti capo a 6 soggetti e ad una società, oltre a una rete di broker che consapevolmente proponevano ai clienti (quasi tutti ignari della frode in atto) le false proposte assicurative.
Proficua è risultata la sinergia tra il Reparto antifrode delle dogane di Perugia e i vari comandi dell’Arma dei Carabinieri che ha, tra l’altro, consentito di monitorare in tempo reale alcuni incontri tra gli indagati avvenuti a Perugia e Siracusa.
Le polizze fidejussorie – è stato ricostruito – in diversi casi sono state presentate presso vari Uffici dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sul territorio nazionale nell’ambito delle attività propedeutiche al rilascio di autorizzazioni nei settori delle accise per prodotti energetici, doganali e per l’esercizio di Sale Bingo. Altre sono state invece presentate a varie Pubbliche amministrazioni per agevolazioni nel settore dell’edilizia e la partecipazione a gare ad evidenza pubblica, incluse alcune procedure connesse alla ricostruzione post sisma 2016.
La Procura ha disposto la perquisizione di decine di sedi legali e abitazioni nelle province di Perugia, Siracusa, Catania, Ascoli Piceno, Torino, Verona, Roma e Pescara, che hanno portato al sequestro di documenti e supporti informatici di notevole interesse investigativo. A seguito di queste sono stati individuati, a Siracusa e San Benedetto del Tronto, tre siti, non direttamente riconducibili agli indagati, in cui venivano riprodotte le false polizze.
Fondamentale la collaborazione tra la Procura di Perugia e quella di Siracusa, che, delegando il proprio N.I.T. (Nucleo Investigativo Telematico) alla analisi ed elaborazione dati informatici estratti dai reperti sequestrati, ha permesso di acquisire in tempi rapidi importanti elementi per il seguito delle indagini.
Per le polizze emesse sfruttando le ragioni sociali di compagnie estere, il sodalizio indicava nei frontespizi falsi indirizzi pec, solo apparentemente riconducibili alle compagnie assicurative mentre per le asseverazioni notarili delle polizze sottoscritte dai procuratori delle compagnie, venivano creati anche falsi dispositivi di firma digitale a nome di ignari notai, così da simulare la legittima provenienza e originalità dei documenti. Per quelle nazionali invece, gli indagati, fingendosi con i propri clienti dei consulenti di primarie compagnie, reperivano da quest’ultime proposte di polizze legittime che, sempre per mail o pec, una volta sostituito il titolo ricevuto, venivano re-inoltrate all’ignaro cliente tratto così in inganno stante l’apparente originale provenienza.
Tra gli indagati compare anche un broker perugino risultato particolarmente attivo nel proporre le false polizze sul mercato umbro.
Conclusa l’attività investigativa, è stato notificato agli indagati avviso di conclusione delle indagini preliminari e all’esito di alcuni interrogatori di garanzia l’ufficio ha richiesto il rinvio a giudizio per complessivi 11 soggetti rispetto ai 18 iniziali. Le posizioni residue sono state separate per proporre richieste di archiviazione e patteggiamenti.