Perugia

Polizia penitenziaria, anche a Perugia le agenti alzano la voce

Ha mosso i primi passi a Perugia il Coordinamento Donne di Polizia Penitenziaria della Fp Cgil, il nuovo organismo formato da lavoratrici di polizia penitenziaria, con il primo corso di formazione tenuto presso il centro congressi Quattro Torri.

Un’iniziativa che arriva a pochi giorni dai gravi fatti di cronaca che hanno portato il penitenziario perugino di Capanne all’attenzione delle cronache nazionali. “Questo coordinamento nasce per abbattere i tanti paletti eretti dal maschilismo all’interno del nostro corpo di polizia”, ha spiegato la coordinatrice Filomena Rota.

Le carceri, infatti, sono luoghi anche strutturalmente pensati per i maschi: “Abbiamo bisogno molto banalmente di bagni e servizi adatti alle donne e di caserme pensate anche per noi”, ha aggiunto Lucia Saba, agente in servizio presso la casa circondariale di Nuoro. Ma c’è di più: “Io che faccio questo lavoro da 23 anni mi sento in dovere di difendere le giovani colleghe che entrano oggi in servizio, perché non debbano subire quello che ho subito io da giovane – ha detto Giuseppina Gambino, che lavora presso la casa circondariale di Vercelli – ovvero discriminazioni, battute sessiste e anche molestie”.

La Cgil è il primo sindacato a creare un coordinamento delle donne lavoratrici di polizia penitenziaria e siamo molto orgogliosi di questo – spiega Stefano Branchi, coordinatore nazionale della Fp Cgil Polizia Penitenziaria -. Voglio quindi ringraziare tutta la Fp, a partire dalla segreteria generale Serena Sorrentino, perché quello che realizziamo oggi è qualcosa di veramente importante. Noi crediamo fermamente nel ruolo fondamentale delle donne per la democratizzazione del corpo di polizia penitenziaria e per risolvere i problemi di natura contrattuale e non che permangono. Ad esempio – conclude Branchi – è assolutamente anacronistico avere ancora una quota di assunzioni femminili così bassa. Per questo e per gli altri diritti da conquistare la Cgil vuole essere al fianco delle donne di polizia penitenziaria”.