I rappresentanti di club e associazioni di base tornano ad attaccare la Regione sul Calendario venatorio
Politici “ambientalisti” nel mirino. “Chi ha la licenza di caccia in tasca, batta un colpo”, è l’appello che rivolgono ai rappresentanti umbri in Regione i rappresentanti di club e associazioni spontanee Sergio Gunnella e Evandro Caiello (Confavi Umbria), Mario Bartoccini e Moreno Raggetti (ricercatori faunistici), Danilo Mattaioli e Francesco Ravacchioli (Club cacciatori le Torri), Andrea Verzellini (Umbria caccia e natura), Ranieri Daniele e Claudio Tortoioli (Associazione venatoria ambientale Nata libera Perugia).
“Chi fra coloro che fanno parte della Giunta metterà poi in pratica col suo Fido ciò che ha decretato a nome e per conto dell’ intera categoria dedita allo sforzo di caccia – prosegue il gruppo dei cacciatori – batta un colpo”. Un appello e allo stesso tempo una provocatoria domanda rivolti ai membri del Consiglio regionale (e in particolare della III Commissione) e anche ai funzionari del Servizio faunistico-venatorio regionale.
“A noi, associazioni di base libere da lacci e laccioli – è la risposta che si danno i firmatari di questo nuovo appello – non è dato di conoscere tali particolari affatto cogenti. Nelle stanze dei bottoni della cosiddetta politica venatoria, l’altra politica, quella stretta nella morsa delle varie tifoserie di partito, nessuno, salvo i diretti interessati che vanno a caccia, fa caso di quanto sia importante Ananke, dea della necessità tanto cara a Platone. Se in Regione Umbria, per avventura, nessuno dei soloni del chiacchieratoio venatico esercita la caccia cacciata, come si può pretendere che le pulsioni e le necessità degli ‘uomini dei boschi’ siano poi condivise?”.
I ritardi del Calendario venatorio
Perché con certa politica, accusa, spesso le date diventano astratte pedine da spostare come al gioco dell’oca. Le specie cacciabili, i comportamenti e le emozioni lontane anni luce da chi per mesi attende di uscire a caccia con il proprio cane si riducono “ad un asettico elenco di nomi di fauna selvatica mai vista”. “E che forse – aggiungono – chi decide per essa non vedrà mai in tutta la sua vita”.
Le associazioni di base lamentano ancora il mancato rispetto della tempistica per la pubblicazione del Calendario venatorio. Nonostante il Calendario sia stato reso pubblico, con un atto ufficiale, con due mesi di anticipo. Per arrivare a quella che viene definita “l’ennesima apertura zoppa”. Con la Regione che inciampa su 3.300 ipotetici capi di tortora (il limite del carniere per l’Umbria sulla base della media del quinquennio, come stabilito dal Piano nazionale). E si vede costretta a mettere una toppa sull’addestramento cani. E on la promessa dei tesserini elettronici al posto di quelli fotocopiati.
Gli esempi di Lombardia e Marche
I firmatari dell’appello ricordano alla presidente Tesei, all’assessore Morroni e a tutti i politici regionali che la Regione Lombardia, sempre guidata da un’amministrazione di centrodestra, ha voluto rispettare il termine perentorio del 15 giugno fissato dalla L. 157/92 al fine di evitare l’errore, fatto lo scorso anno, di ufficializzare il Calendario pochi giorni prima dell’ apertura. “Per questa disattenzione considerata da qualcuno da quattro palanche – sottolineano – il TAR ha comminato ai paganti della licenza una sospensiva dell’ apertura e il blocco per due settimane della stagione venatica. Per i ‘qualcuno’ del Palazzo sprovvisti di passione e di licenza, sì è risolto con una sorta di vacanza bi/settimanale. Ma non è stata la stessa cosa per chi aspettava da un anno di ‘partire’. Provate a chiederlo ai loro cani…”.
E ancora. guardando alle Marche: “I cacciatori, privilegiati dalla sorte, vantano il loro Calendario come uno dei migliori d’Italia. Sarà perché hanno il vicepresidente della regione e l’assessore alla Caccia che vanno entrambi a caccia? Può essere. Se così fosse, perché non ci proviamo anche noi? In fondo siamo confinanti e le consultazioni regionali – concludono – sono ormai così vicine che pare di poterle prendere allungando una sola mano”.