Dopo il temporale, le nubi si diradano. Il caso del presepe negato a scuola (ma in realtà mai nemmeno pensato), sollevato dall’assessore leghista di Terni Valeria Alessandrini, si sta sgonfiando. Non prima però di aver agitato la politica nazionale, fino anche al vicepremier Salvini.
Ed a chiudere le polemiche una volta per tutte ci pensano gli insegnanti della scuola primaria “A. Garibaldi” (direzione didattica “Mazzini”), quella finita nell’occhio del ciclone.
A ripercorrere tutta la situazione è l’insegnante referente del plesso, Maria Teresa Anselmi, a nome e per conto di tutti gli insegnanti della scuola primaria “Anita Garibaldi”, che parla di “tanto rumore per nulla“. La premessa è importante: “Per annullare una manifestazione, è necessario che una manifestazione sia stata organizzata. Non essendo stata organizzata nessuna manifestazione, si può dire che è stato annullato il nulla“.
“In data 6 novembre 2018, gli insegnanti della scuola “A. Garibaldi”, riuniti per rispettare un ordine del giorno stabilito, – spiegano – dedicano una parte della riunione a discutere su un’eventuale manifestazione natalizia che avrebbe coinvolto tutti gli alunni della scuola (si precisa che tale discussione non era all’o.d.g., tuttavia, in considerazione dei tempi ristretti prima del Natale, si è concordato di giungere rapidamente ad una decisione, per poi affrontare gli argomenti previsti).
Dalla discussione emergono una serie di proposte, nessuna delle quali raggiunge l’unanimità dei consensi: mercatino di Natale, tombolata, esecuzione di canti natalizi ed infine rappresentazione in cortile di un’ambientazione che ricordi quella tipica dei presepi. Per quest’ultima si parla di creare scene di vita quotidiana con botteghe, mercati, laboratori artigianali… nessuno ha parlato di “quadri sulla vita di Gesù”. Anche per questa proposta non si raggiunge l’accordo, si decide quindi di chiedere il parere della Dirigente, molto occupata in altri impegni. Alla richiesta rapida di un parere, la Dirigente risponde di non ravvisarne la fattibilità. A questo punto, gli insegnanti, dovendo raggiungere altri colleghi per affrontare gli argomenti all’o.d.g., rimandano la decisione per riflettere meglio sulle diverse proposte e concordare le modalità organizzative, sentito anche il parere dei rappresentanti dei genitori durante i Consigli di Interclasse che si sarebbero tenuti in data 15 novembre. Nessuna manifestazione è stata annullata, semplicemente perché nulla era stato deciso.
Con rammarico gli insegnanti prendono atto che la situazione è stata strumentalmente utilizzata per fini che non attengono ai principi che guidano da sempre la nostra scuola. Sono principi dettati dalla Costituzione, ispirati ai valori universali, dichiarati nei nostri documenti ufficiali e condivisi nei diversi livelli di rappresentanza, come sancito dalla legge sull’autonomia scolastica.
Nel territorio, la nostra Scuola – ricordano i maestri – rappresenta un punto di riferimento importante per la scelta di moltissime famiglie residenti in zona e non. La scuola è frequentata da bambini di tutte le provenienze (sociali, etniche, culturali) e l’accoglienza, la tolleranza, il rispetto, l’inclusione sono alla base della mission dichiarata dalla scuola, condivisa e agita da tutti gli insegnanti. Il clamore suscitato in città lascia sbigottiti. Quanto scritto sulla stampa locale e nazionale non corrisponde, né nelle intenzioni, né nei fatti, a quanto accaduto. Quanto uscito sui social network ci scandalizza per la gratuità, l’aggressività, la volgarità, l’accanimento verso chi rappresenta la nostra Scuola e di conseguenza offende anche noi”.