Rose rosa e rosse per chiudere la polemica tra le donne del Consiglio comunale di Città di Castello e il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani, che ieri ne ha consegnata una ciascuna, di poco anticipato da Vittorio Massetti (Pd), che ha accompagnato il gesto definito “distensivo”.
La vicenda era nata dalla dichiarazione di Lignani proprio durante la precedente assise quando, tra il goliardico e il provocatorio, aveva proposto di riaprire le case chiuse come alternativa ad altre dipendenze.
Dopo queste parole sono arrivate in aula anche le rose di Lignani, di colore rosa, a differenza di quelle di Massetti, rosse.
Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) ha dichiarato: “Ci ha invitato a parlare di altro, come se la dignità non fosse importante. La censura non era nelle nostre intenzioni. Sappiamo bene che una mozione di censura non è accettata in un contesto democratico. Ma le case chiuse come valvole di sfogo e strategie di abbattimento delle dipendenze, le sembrano veramente una soluzione? Ha pensato alle famiglie che vivono sulla loro pelle alcolismo, tossicodipendenza, ludopatia? Nessuno ha il diritto di fondare ipotesi sullo sfruttamento del corpo sia femminile che maschile”.
“Mi è dispiaciuto come alcune donne del Consiglio hanno trattato il mio amico Andrea – ha detto il capogruppo di Forza Italia Cesare Sassolini – Evidentemente non lo conoscono. Io l’ho scelto come testimone di nozze. Aprire un dibattito su queste scelte (legge Merlin) significa non mettere la testa sotto la sabbia. Da quando non ci sono più i controlli sulle prostitute, i partners raccolgono malattie che riportano a casa. C’è un problema sanitario e di dignità”.
Ursula Masciarri (Psi) ha ribadito che non si era sentita offesa dalle case chiuse, ma “dall’accostamento di questo problema, serio, al problema delle dipendenze. Il contesto delle dichiarazioni non era adeguato”. Dopo Vincenzo Bucci (Castello Cambia), per il quale “i fiori non cambiano certo le posizioni”, Giovanni Procelli (La Sinistra), si è detto “meravigliato di tutto questo clamore” ed ha invitato “a cominciare i lavori del Consiglio”. Infine Nicola Morini (Tiferno Insieme), si è detto “profondamente deluso dalle parole di Lignani. Riconfermo il mio giudizio negativo, una caduta di stile”.