Cinema

“Poesia senza fine” film realizzato in crowdfunding

Mercoledì 31 Gennaio torna sul grande schermo il maestro cileno Alejandro Jodorowsky con “Poesia senza fine” (“Poesía Sin Fin”), in occasione della proiezione speciale alle ore 21.30 alla Sala Pegasus di Spoleto.

La proiezione sarà ancora una volta in lingua originale (spagnolo in questo caso) e con sottotitoli in italiano, ormai una consuetudine preziosa della Sala Pegasus. La pellicola, realizzata grazie al crowfunding, è stata presentata al Festival di Cannes all’interno della Quinzaine des Realizateurs, dove è stato accolto con una clamorosa standing ovation di oltre dieci minuti e ha raccolto un grandissimo successo di critica.

Un viaggio in immagini

Santiago del Cile, inizio degli Anni Cinquanta. Il giovane Alejandro Jodorowsky compie vent’anni e prende la decisione di scontrarsi a viso aperto col padre severo e dalla mentalità borghese, pur di diventare un poeta e poter esprimere se stesso.

Intrappolato nell’ennesima riunione di famiglia, Alejandro taglia ogni ponte e va via di casa e trova una nuova famiglia in una comune di artisti d’avanguardia, che gli permette di per coltivare questo sogno che gli arde dentro in maniera violenta e incontenibile.

Ispirato dai più grandi maestri della moderna letteratura latinoamericana (Enrique Lihn, Stella Díaz e Nicanor Parra) e immerso nella sperimentazione poetica, il giovane Jodorowsky compirà la sua personalissimo rivoluzione culturale.

“Poesia senza fine” è il film delle emozioni: amore, odio, passione, incanto, violenza, morte sono tutti gli elementi della rivoluzione culturale, sogno di Alejandro. Questa variegata, fantastica, colorata e surreale compagnia di artisti alla quale Jodorowsky decide di unirsi diventa il materiale, il terreno fertile, per la sua poetica.

Il risultato è la creazione di un mondo immaginifico, fatto di eccessi, poeti, colori, situazioni surreali, deformità e perversioni. Un mondo in cui niente si nasconde e invece tutto si esprime e tutto si intreccia, senza pregiudizi, regole o censure.

Alejandro Jodorowsky invita lo spettatore ad un viaggio introspettivo che pesca nella sua autobiografia e nel suo universo fantasmatico, dischiudendo la stagione turbolenta dell’adolescenza e muovendo verso l’età adulta delle prime espressioni artistiche.

Il secondo capitolo di un’autobiografia caricaturale

Il periodo lontano dalla regia cinematografica non ha scalfito minimamente Alejandro Jodorowsky, il quale ripronone la sua opera genuina e visionaria con ancora più forza espressiva.

Nel capitolo che segue la “Danza della realtà”, del 2013, in cui l’artista cileno parla della sua infanzia, Jodorowsky prosegue il giocoso racconto della sua esistenza reinventando il suo cinema: personale, libero e senza limiti. Ricorrendo ad un mondo taumaturgico, abitato da creature fantastiche che ricordano quello che era l’immaginario felliniano.

Poeti, ballerini, pagliacci, nani, giocolieri usano la forza della poesia per salvare il mondo dall’orrore del quotidiano, il quale avvelena la vita e la imprigiona. L’immaginario che deriva dall’arte è la medicina, la dimensione terapeutica che ti permette di rinconciliarsi con il proprio dolore, con le proprie insicurezze e le proprie paure.

Jodorowsky ricorre alla esaltazione del cinema magico, quello che era di Georges Méliès, e commuove con i suoi trucchi naïf e l’emozione che li nutre, riaccorda do nella finzione il figlio col padre.

Teatrale e frontale nei suoi quadri fissi che rimandano alle strisce dei fumetti, il film danza di con i ricordi reali e immaginari, inscenando una terapia familiare, divorando la paura, conciliando quello che è in conciliabile e liberando il campo, appunto, ad una poesia senza fine.

L’ultimo avanguardista

Alejandro Jodorowsky, nato a Tocopilla, in Cile, il 17 Febbraio del 1929, rappresenta probabilmente il più genuino, autentico e poliedrico artista ora in vita.

Filosofo, uomo di teatro, fumettista, romanziere, performer, maestro di tarocchi, poeta, maître à penser e artista cinematografico snobbato, censurato, ignorato e a volte persino umiliato dai grandi nomi del cinema, reo di essere semplicemente se stesso, esserlo a pieno e fino in fondo.

Ogni pellicola nata dalla mente di questo geniale personaggio è un’occasione per aprirsi a qualcosa di nuovo, a qualcosa di più grande della mondo che ci circonda, a qualcosa che ci ricordi la forza della vita, espressa partendo dalla sua natura primordiale ed esaltata fino all’esasperazione.

Jodorowsky non vuole e non ha mai voluto dare lezioni, insegnare o denunciare qualcosa o qualcuno. I suoi prodotti sono egli stesso e egli stesso ogni volta si mette a nudo e si condivide con tutti quelli che vogliono vederlo, regalando un’esperienza unica.

di Jacopo Fioretti


Poesía sin fin (Poesia senza fine) di Alejandro Jodorowsky
(Cile, 2016, v. o. spagnolo, sott. italiano)
Cast: Alejandro Jodorowsky, Brontis Jodorowsky, Axel Jodorowsky, Adan Jodorowsky, Pamela Flores
Durata: 128 minuti