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Poche firme, stop al referendum animalista: esultano i cacciatori

Troppe poche firme per indire l’ennesimo referendum contro la caccia, promosso questa volta dal CADAPA (Comitato Antispecista Difesa Animali Protezione Ambiente).

I promotori hanno gettato la spugna, allo scadere del termine di tre mesi. “Giustificando l’insuccesso
con gli eventi climatici avversi che, parole dello stesso Comitato, hanno impedito di raccogliere le
500mila firme previste dalla Costituzione” spiega la Cabina di regia delle associazioni venatorie. Che avverte: “Appare, pertanto, velleitario e non legittimo l’intendimento di quanto dichiarato dallo stesso CADAPA di protrarre fino a metà settembre la raccolta delle suddette firme”. Aspetto su cui le associazioni venatorie partecipanti alla Cabina di Regia (Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia ed il CNCN Comitato Nazionale Caccia e Natura) confidano nella competente attività di controllo della Corte di Cassazione.

“Ad oggi comunque – commentano ancora i cacciatori – è da prendere atto del nuovo fallimento di azioni referendarie portate avanti da sedicenti associazioni anticaccia”.

Le associazioni riunite nella Cabina di regia, sempre vigili sulla raccolta firme per il referendum anticaccia promossa dal CADAPA e da altre associazioni, al fine di verificare la regolarità delle procedure adottate, saranno, pertanto, attive nel portare evidenza di tali irregolarità alle istituzioni preposte al controllo, auspicando che la vicenda si risolva nel pieno rispetto delle pratiche legali.

“La Cabina di regia, con le sue attive componenti – annunciano i cacciatori – continuerà inoltre a vigilare con la sua consapevole fiducia per la continuità dell’esercizio venatorio nel rispetto dell’esistente normativa”.