Il capogruppo del Pd, Francesco Filipponi, ha depositato un atti di indirizzo per il Pmal-Fabbrica d’Armi di Terni. Secondo quanto riferito da Filipponi: “ll Polo impiega attualmente meno di 200 dipendenti civili, a fronte di una pianta organica di 384 unità, a causa dell’età media avanzata del personale attualmente in servizio, detto numero è destinato a ridursi ulteriormente anche nel breve termine, aumentando notevolmente il numero di dipendenti che cesserebbero dal servizio in tempi ristretti. Un’ulteriore riduzione del numero dei dipendenti – prosegue Filipponi – stimata a – 60% per l’anno corrente e 84% per il 2024, non consentirebbe la prosecuzione dell’attività della fabbrica, privandola delle necessarie risorse non solo in termini numerici, ma anche di capacità professionali e tecniche”.
Il concorso, pubblicato il 2/01/2018, ha determinato un incremento di 6 unità, senza un
contributo concreto alla situazione ora delineata, non prevedendo tra l’altro nessun nuovo apporto
di personale per gli addetti all’area meccanica di cui il Polo è carente, risulterebbe anzi necessario che le alte competenze tecniche specifiche in capo al personale ormai prossimo al pensionamento vengano trasmesse a nuove maestranze giovani in modo tale di poter garantire la prosecuzione dell’attività.
Lo scorso maggio 2023 si è tenuta la prova preselettiva per un concorso nazionale, di cui
soli 13 posti riguarderanno il polo di Terni, al termine della procedura, questi posti non daranno
un contributo significativo alla prosecuzione delle attività del Polo. Secondo Filipponi “è necessario che detti obiettivi siano messi in atto con misure concrete, ad esempio con la pubblicazione immediata di nuovi concorsi e di nuove procedure selettive”.
Nell’atto di indirizzo Filipponi chiede “che il Consiglio Comunale si faccia promotore di iniziative nei confronti delle istituzioni governative e del Ministero della Difesa per salvaguardare un indubbio interesse per la città, anche promuovendo un tavolo tecnico con le istituzioni nazionali e regionali”. E al Ministero della Difesa, il capogruppo del Pd chiede “nell’ottica di una ottimizzazione delle spese pubbliche in tale contesto (anche attraverso incontri che possono avvenire nell’ambito dei lavori
delle commissioni consiliari), di concerto con i parlamentari umbri, di salvaguardare l’attuale
organico e di promuovere un ricambio di personale da convogliare nel ciclo produttivo del Polo
con la pubblicazione di un nuovo concorso con numeri cospicui pari almeno all’impegno di 200
unità”.
In conclusione, Filipponi impegna il Consiglio Comunale: “a promuovere con urgenza un tavolo tecnico con rappresentanti del Comune di Terni, della Regione Umbria, del Ministero della Difesa, del Polo di Mantenimento e delle rappresentanze dei lavoratori al fine di mettere in atto tutte le misure affinché venga garantita la continuità dell’attività e la stessa permanenza del Polo di Mantenimento Armi Leggere di Terni”.