Non solo avevano commesso un furto ai danni della titolare di un bar – tabaccheria di San Gemini, ma in quattro casi avevano compiuto la cosiddetta “truffa del resto” in altrettanti negozi dello stesso territorio comunale.
Dopo un’intensa attività investigativa, consistita anche nella visione di molte ore di filmati della videosorveglianza pubblica e privata, i carabinieri della Stazione di San Gemini sono riusciti a chiudere il cerchio sui presunti autori dei colpi in questione. Si tratta di tre cittadini italiani, nomadi, provenienti da diverse zone d’Italia, due donne di 26 e 27 anni ed un uomo di 27 anni.
I tre, in diversi momenti dall’anno 2018 e sino all’agosto scorso, si erano portati a San Gemini col preciso intento di commettere delitti in serie, di natura patrimoniale. Nel gennaio del 2018 avevano raggiunto un Bar-Tabaccheria e, dopo una breve permanenza per una consumazione, avevano distratto la titolare riuscendole a sottrarre un portafoglio contenente 350 euro in contanti ed una busta in plastica contenente 1200 euro, provento dell’attività commerciale, prima di dileguarsi. Non soddisfatti dal primo bottino sceglievano nuovamente la cittadina ternana nell’agosto del 2019 e, in differenti giornate, mettevano in pratica la famosa “Truffa del resto”.
Si tratta di una pratica truffaldina che consiste nel confondere un addetto alle operazioni di cassa che, raggirato e tratto in inganno dai truffatori, si convince di aver commesso un errore finendo per dare loro più soldi del dovuto. Il metodo è sempre lo stesso e diffuso su tutto il territorio nazionale: il truffatore mostra al negoziante una banconota di grosso taglio, con la quale pagare una consumazione o una spesa minima. Il negoziante inizia così a esplorare la cassa, alla ricerca di monete per fornire il resto al cliente. A questo punto il malintenzionato afferma di poter pagare con un’altra banconota e inizia a contare anch’egli monete. Poi torna sui suoi passi, dicendo che non riuscirà a pagare se non con la prima banconota mostrata, che lui assicura di aver consegnato al cassiere quando invece l’aveva immediatamente ritirata, pretendendo il resto dal negoziante. Questo, preso alla sprovvista, confuso e investito dalla frenesia del momento, cede e consegna un resto “ingrossato”. Il metodo prevede anche una variante: si mostra una banconota di grosso taglio e la si sostituisce al momento della consegna con una di valore minore, pretendendo di aver pagato con la prima anziché con la seconda.
È con questo metodo che anche a San Gemini ben quattro esercenti sono stati indotti in confusione, venendo beffati, col risultato che i tre nomadi sono riusciti ad intascare, in serie, la somma di circa 250 euro in contanti, ovviamente in pezzi di vario taglio.
I Carabinieri di San Gemini, in collaborazione con quelli della Sezione Operativa di Terni, proseguiranno nelle attività investigative ed invitano sin d’ora eventuali altri commercianti della zona truffati con lo stesso metodo a presentarsi in caserma per le operazioni di riconoscimento.