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Piscina Spoleto, gara deserta / Sfuma sogno di impianto all’avanguardia

La gara per la gestione trentennale della piscina comunale di Spoleto è andata deserta. Un colpo di scena che in pochi si aspettavano poiché la formula del project financing, con una proposta di investimento fatta direttamente al comune dal Consorzio Abn, faceva presagire la presenza di almeno un’offerta, quella appunto del soggetto promotore. E invece nulla di fatto, il Consorzio non ha partecipato alla gara. Colpa, stando alle voci che circolano, di alcuni problemi avuti con le banche che avrebbero chiesto per concedere il mutuo garanzie che Abn non era in grado di fornire.

Va detto a onor del vero che in corso d’opera il progetto aveva subito una modifica su impulso dell’amministrazione comunale. Da un investimento di circa 2,5 milioni di euro per la creazione di una vasca didattica 15×8, un nuovo corpo palestra e un bar ristorante si era passati ad un investimento superiore ai 3 milioni di euro, che prevedeva la realizzazione di una vasca 8 corsie completamente nuova con una gradinata in grado di ospitare 3-400 persone a sedere. L’obiettivo dichiarato dell’amministrazione era quello di portare a Spoleto manifestazioni regionali e nazionali di nuoto anche nel periodo invernale, con conseguenti benefici per il turismo sportivo. Per compensare l’investimento più oneroso l’amministrazione avrebbe garantito al nuovo gestore un contributo annuale di 93mila euro, a fronte dei 73mila previsti nella prima stesura del bando.

Oltre all’Abn solo una società romana, la Larus Nuoto, ha effettuato presso l’impianto natatorio il sopralluogo preliminare obbligatorio per poter presentare un’offerta, ma poi non ha fatto pervenire alcun plico entro le 13 di oggi (termine ultimo per la presentazione). Così come nulla è pervenuto dall’Abn, nonostante fosse il soggetto promotore e avesse anche un diritto di prelazione su eventuali altre offerte di pari valore. Preso atto dell’esito della gara gli uffici comunali sono già al lavoro per studiare soluzioni alternative. Una sorta di ‘Piano B’ insomma, per scongiurare la chiusura di un impianto che, nonostante l’età e gli acciacchi, è frequentato regolarmente da migliaia di spoletini.

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