(Jac. Bru.) – La vicenda aveva scioccato l’intera comunità di Spoleto. Era il 25 agosto del 2012. La pioppeta di Maiano, situata nella prima periferia della città dei Due Mondi, a due passi dal supercarcere, venne data alle fiamme da un piromane, che fu arrestato pochi minuti dopo dai Carabinieri del Capitano Fabio Rufino a bordo dell’auto con la quale si era allontanato in fretta e furia e in cui furono rinvenuti la tanica di benzina e l’accendino utilizzati con ogni probabilità per appiccare l’incendio.
Il processo a carico dell’uomo, G.F. di 63 anni, residente nel comprensorio, si era aperto ad inizio settembre con la richiesta dell’avvocato difensore, il dottor Leonardo Romoli del foro di Perugia, di giudicare il suo assistito con la formula del giudizio abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica. Proprio in relazione a quest’ultima sono emerse novità interessanti. Pare infatti che il consulente nominato dal giudice Laudenzi per eseguire la perizia, il dottor Franco Simonucci di Perugia, abbia constatato la totale incapacità di intendere e volere di G.F. nel momento in cui compì il fatto, a causa di alcuni disturbi psichici ricorrenti.
Nella prossima udienza, prevista per il 4 giugno 2013, il giudice potrebbe quindi disporre il non luogo a procedere nei confronti dell’imputato, che potrebbe anche essere esentato da qualsiasi conseguenza risarcitoria in relazione agli ingenti danni cagionati all’ecosistema locale. Pare inoltre che le indagini dei Carabinieri di Spoleto volte ad accertare la responsabilità di G.F. in altri incendi boschivi divampati nella zona in quel periodo non abbiano avuto riscontri concreti. Dai tabulati telefonici dell’utenza a lui intestata non sarebbe infatti emerso alcun riscontro probante.
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