Città di Castello

Pinacoteca, riapertura con sorpresa. Tofanelli “Per Biblioteca si dovrà attendere”

Fase 2 anche per la Cultura: oggi (venerdì 29 maggio) a Città di Castello ha riaperto i battenti la Pinacoteca comunale a Palazzo Vitelli alla Cannoniera e, per l’occasione, è stata collocata all’ingresso la grata delle monache risalente al 1500, dopo il restauro finanziato dal Rotary Club.

Riaprono Pinacoteca e Malakos

Oggi riaprono i nostri musei Pinacoteca e Malakos – ha commentato l’assessore alla Cultura Vincenzo Tofanelli Abbiamo dato tutte le disposizioni per aprire in sicurezza con il distanziamento per i turisti. Con l’assessore regionale Agabiti abbiamo discusso l’idea di una card per tutti i musei dell’Umbria per allungare i tempi di permanenza dei visitatori”.

Stiamo lavorando anche alla riapertura della Biblioteca in forme alternative ma per la presenza dobbiamo attendere. Ma anche questa ripartirà, sperando che possa tornare ad essere quella di prima

Gli orari

Silvia Consigli, operatrice del Poliedro, cooperativa che gestisce il museo tifernate, ha aggiunto: “Siamo molto felici di riaprire dopo questo lungo periodo di stop. E’ un invito soprattutto ai tifernati. Non andate in giro, venite a trovarci, perché il percorso è stato riarticolato in sicurezza, in modo da separare entrata e uscita. Gli orari sono dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Riapriamo con una bella sorpresa: la grata delle monache che fu commissionata da Beatrice Vitelli, figlia di Alessandro Vitelli e Angela Paola di San Secondo Rosso Parmense”.

La grata delle monache

Giorgio Ceccarelli, presidente del Rotary Club di Città di Castello si è detto “molto orgoglioso per aver contribuito al recupero di questa importante opera, probabilmente commissionata da Beatrice Vitelli quando nel 1536 entrò nel monastero. Abbiamo pensato che in questo momento di ripartenza, oltre alle attività economiche, anche il ritorno alla cultura potesse essere di stimolo per tutti. Ringrazio il sindaco Luciano Bacchetta, la Soprintendenza che ha autorizzato il trasferimento, il maestro d’arte Lucio Duchi che ha eseguito il restauro e tutti coloro che hanno contribuito“.

La grata proviene dal monastero di Ognissanti delle Terziarie agostiniane di Città di Castello e risale al 1500. Serviva alle suore per seguire i riti non viste e arrivò in Pinacoteca nel 1927. Sembra che insieme ad altri arredi sacri fosse stata commissionata da Beatrice Vitelli per la stessa chiesa. La Grata, un metro e 65 per oltre 5 metri, è formata da una serie di intagli a traforo disposti entro pannelature rettangolari che si ripetono. Ha un’iscrizione neoquattrocentesca, Probatio. Dilectionis. Exibitio. Est. Operis, ed è molto simile a quella esistente nel coro delle Clarisse Urbane di Città di Castello.