Per le sue battaglie in favore della famiglia tradizionale e dell’ortodossia cattolica, l’avvocato Simone Pillon, oggi senatore della Lega, è stato definito dai suoi detrattori il Torquemada (il primo grande inquisitore) della politica italiana.
Contro di lui, insieme ai movimenti femministi ed a tutti i partiti della sinistra, da quella radicale a quella più moderata, è sceso in campo anche “Lercio”, il celebre giornale satirico online.
L’ultimo articolo: “La vicina di Pillon adotta un gatto nero e lui la denuncia per stregoneria“. In riferimento alle denunce fatte dal senatore leghista per le pratiche di una scuola lombarda, dove si favorirebbe nei ragazzi la curiosità verso l’occulto e le tradizioni pagane.
Ma l’ironia di Lercio aveva già colpito il senatore Pillon, quando si era schierato contro la performance “diabolica” dell’imitatrice Virginia Raffaele sul palco di Sanremo. “Terremoto nell’editoria, Pillon: “Il Premio Strega è una manifestazione inneggiante a Satana” era stato il titolo di Lercio, che ironizzava: “‘Spero che il governo attuale faccia subito una legge per eliminare dalla faccia della terra il Premio Strega, il liquore ad esso abbinato, e tutti quelli che lo hanno vinto nel corso degli anni e pure Fabio Volo che pure se non ha mai vinto, non ci farà male eliminare anche lui’, sono queste le dichiarazioni shock del senatore Pillon”. Recitava così il pezzo con la finta dichiarazione di Pillon.
Ma il senatore Pillon, che sulla propria pagina Facebook ha più volte messo post ironici contro chi lo addita di voler tornare al Medioevo, non se la prende più di tanto e prosegue per la sua strada, in Parlamento ed a Perugia, dove guida le strategie della Lega in vista dell’appuntamento elettorale di maggio.