L'azienda agricola, uno stabile diroccato e 90 ettari di terreni sequestrati nel 2008 al clan De Stefano vanno in gestione alla cooperativa Pane&Olio in collaborazione con l'associazione Libera
L’amministrazione comunale di Pietralunga, ieri (18 luglio), ha restituito alla comunità i beni sequestrati nel 2008 alla ‘ndrangheta, che nei primi anni 2000 decise di comprare un’azienda agricola, uno stabile diroccato e circa 90 ettari di terreno coltivabile a pochi km dal borgo altotiberino.
Presenti all’inaugurazione del nuovo ostello – che ospiterà i ragazzi in arrivo a Pietralunga per lavorare proprio nell’azienda agricola e nei terreni confiscati al clan della famiglia calabrese De Stefano – c’erano il sindaco di Pietralunga Mirco Ceci, il presidente dell’osservatorio regionale antimafia Walter Cardinali, il consigliere regionale e presidente della commissione antimafia della Regione Umbria Eugenio Rondini, Erika Borghesi in rappresentanza della Provincia di Perugia e Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio e Città di Castello.
“Consegniamo oggi l’ostello alla cooperativa Pane e olio” ha dichiarato il sindaco Ceci, che oltre ad azienda agricola e terreni, ha dato in gestione a quest’ultima anche l’antico convento di Sant’Agostino in centro città”. “C’è ancora da fare, ma sono stati messi a norma gli impianti elettrico e sanitario e abbiamo ora un ostello quasi pronto ad accogliere ospiti in camere con bagni privati. Purtroppo nel momento in cui viene restituito alla comunità pubblica il bene si è deperito, questo è il problema principale da affrontare con una legge. Serve un fondo per la manutenzione dei beni sequestrati”.
“La Provincia si è sempre impegnata a diffondere la cultura della legalità – ha detto Borghesi – nella convinzione che sia importante coinvolgere le scuole in un instancabile percorso educativo. Legalità e rispetto delle regole sono concetti che vanno applicati in ogni ambito della nostra vita, rispetto per l’ambiente e per l’altro. Voglio sottolineare il ruolo di ‘Libera’ (che collaborerà qui con Pane e Olio, ndr) che lotta da sempre contro le mafie. Consegnare questi beni vuol dire raccontare l’impegno dello Stato a favore del riscatto della società civile”.
I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno ricordato come “una della caratteristiche della ‘ndrangheta è quella di invadere i territorio lontani da quello d’origine. Il sequestro dei beni, previsto dalla legge 109/96, è importantissimo perché rompe i progetti di queste famiglie ed è il coronamento del nostro lavoro”.