Piero Grasso è un uomo sorridente, gioviale, cortese. Non è trincerato dietro un’austera rigidità, come il suo lavoro, quello di Procuratore Nazionale Antimafia, potrebbe far presagire. È un uomo che ha saputo accettare un patto con la vita, quello di poterla perdere da un momento all’altro, come è successo ai suoi stimati e compianti colleghi. Sempre vicino alla moglie, la signora Maria, che con lui ha accettato di vivere una vita blindata. È emozionante, anche per chi è dalla parte del pubblico e mai potrebbe immaginare cosa può essere vivere costantemente sotto scorta, vedere Grasso guardare un attore come Sebastiano Lo Monaco, lasciarsi interpretare nella piece “Per non morire di mafia”, andata in scena ieri sera presso il Teatro Morlacchi di Perugia. Una platea piena, di ammiratori, di persone che si sono ispirate al suo esempio di vita, o di semplici cittadini, che non hanno esitato ad alzarsi in piedi alla fine dello spettacolo per un applauso durato svariati minuti.
La rappresentazione teatrale, tratta dall’omonimo libro scritto insieme ad Alberto La Volpe, giornalista Rai e conduttore del programma “Lezioni di Mafia”, ideato dal Giovanni Falcone, narra la vita di Grasso, da quando da bambino già sapeva di voler diventare giudice e giocava con gli amici a nascondino per rimanere per ultimo e urlare “tana libera tutti”, al maxiprocesso antimafia del 1986, fino ai momenti più difficili, scanditi dai drammi familiari e dalle morti di compagni di vita, oltre che di lavoro, come Falcone e Borsellino. Una piece che vuole scalfire nella mente e nel cuore dello spettatore il senso per la giustizia e l’amore per la libertà e la democrazia, con gesti incisivi: Lo Monaco, durante lo spettacolo, scrive a gran caratteri delle parole su una lavagna, che rimangono lì per tutto il tempo, incidono un solco tra quello che è stato e quello che doveva essere, se la mafia non fosse esistita. Eppure la mafia esiste, ci dice l’attore, e bisogna combatterla. Emblematica la rievocazione di Sciascia, nel passo in cui paragona l’attitudine della mafia ad adattarsi a “climi e condizioni ambientali” un po’ come la pianta della palma: allo stesso modo i suoi crimini penetreranno in Italia, salendo verso nord, per cercare nuovo terreno fertile.
Il Procuratore era già salito sul palco del Morlacchi nel pomeriggio, per l’incontro con il sindaco di Perugia Vladimiro Boccali e i giovani di Libera, l’associazione per la lotta contro le mafie. Tante le testimonianze durante il dibattito, con un occhio di riguardo al territorio umbro, lacerato recentemente da infiltrazioni di stampo mafioso. E alla fine Piero Grasso è risalito su quello stesso palco, accolto da Lo Monaco e dai ringraziamenti ed applausi del pubblico, ma sempre umilmente, cercando di non prenderseli tutti per sé. “E’ la settima volta che vedo questo spettacolo”, ci dice. “E non so ancora come andrà a finire”.
Alessia Chiriatti
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