Città di Castello

Pierantonio, in palestra ancora 13 sfollati “Centro accoglienza non può chiudere il 30 giugno”

Nessuno deve essere lasciato senza un tetto sopra la testa, per questo il termine perentorio di venerdì 30 giugno per lasciare la palestra di Pierantonio, che ancora accoglie 13 sfollati, deve essere spostato”.

Ad affermarlo è il segretario generale della Cgil di Perugia Simone Pampanelli, che ieri pomeriggio (26 giugno), insieme al responsabile di zona Fabrizio Fratini e al segretario generale della Filctem Cgil Perugia Euro Angeli, ha partecipato all’assemblea organizzata dal sindacato proprio di fronte alla palestra della frazione di Umbertide, dove c’erano anche diversi cittadini, molti dei quali tuttora ospiti nella struttura, “in condizioni – come è emerso da testimonianze dirette – rese sempre più insopportabili dal caldo e dalla condizione estremamente precaria in cui sono costretti”.

Presente all’incontro pubblico anche la vicesindaca di Umbertide Annalisa Mierla, che ha comunicato ai presenti l’avvio dell’erogazione del Cas (Contributo autonoma sistemazione) a partire proprio da venerdì 30 giugno, stessa data entro la quale – come impone una ordinanza della Regione (la n°22 del 7 giugno 2023) – i 13 sfollati rimasti dovranno lasciare la palestra e trovarsi un’altra soluzione abitativa (il Comune sta tuttora lavorando per questo).

Il problema, come è stato ribadito ieri dalle persone sfollate anche alla vicesindaca, è che queste non sanno dove andare – afferma Simone Pampanelli – perché il mercato degli affitti privati li respinge, in certi casi anche con intollerabili fenomeni di razzismo, in altri per richieste economiche esorbitanti (depositi cauzionali e anticipi di mensilità da migliaia di euro), con il paradosso che essendo stati ospitati, in condizioni non certo agiate, per ben 3 mesi nella palestra trasformata in centro di accoglienza, essi non hanno nemmeno diritto agli arretrati del Cas, come tutti gli altri terremotati“.

Il risultato – conclude Pampanelli – è che le persone più in difficoltà rischiano di essere letteralmente messe sulla strada e questo è inaccettabile“. La Cgil ha già informato il prefetto e chiesto un incontro urgente all’amministrazione comunale: “È il momento di fare comunità e costruire, tutti insieme, soluzioni che non lascino indietro nessuno. Come Cgil siamo pronti a fare la nostra parte, insieme alle altre organizzazioni sindacali, come abbiamo fatto dal primo giorno dopo il sisma, lanciando una raccolta fondi tra i lavoratori della provincia. Ma è chiaro che al di là della solidarietà c’è una responsabilità precisa della politica e delle istituzioni che non possono mettere la testa sotto la sabbia”.