Personale del Comando Stazione di Città della Pieve del Corpo Forestale dello Stato, nei giorni scorsi, ha posto sotto sequestro una vasta area boschiva in località Iernaccia del Comune di Piegaro, dopo avere rilevato che dei lavori di spietramento di terreno agrario, regolarmente autorizzati, erano di fatto sconfinati per molti metri anche all’interno di un bosco, violando le normative vigenti in materia paesaggistica ed urbanistica.
Il sequestro dell’area è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Terni. La zona in oggetto è considerata di elevato interesse naturalistico perché di elevata diversità floristico-vegetazionale, e risulta gravata dal vincolo paesaggistico, sia in quanto area boscata che zona ricadente nella fascia di rispetto di un corso d’acqua pubblica tutelato, specificamente il “Fosso della Ierna”, un importante affluente del fiume Nestore. L’area in oggetto è altresì soggetta a vincolo idrogeologico.
I lavori effettuati con mezzi meccanici hanno prodotto una rilevante alterazione dello stato dei luoghi con sradicamento di piante, scavi e rimaneggiamenti del suolo e grossi accumuli di pietrame estratto dal terreno su di una superficie boschiva di circa 2.000 metri quadrati. Quattro persone del posto, individuate quali presunti responsabili dei lavori illecitamente effettuati sono state denunciate alla competente Autorità Giudiziaria per violazione della normativa relativa al vincolo paesaggistico D.Lgs 42/04 e rischiano l’applicazione di una sanzione penale oltre all’eventuale remissione in pristino dello stato dei luoghi. Altresì l’applicazione di una sanzione amministrativa per lavori effettuati in difformità all’autorizzazione edilizia ai sensi della normativa edilizia regionale l.r. 1/2015.
Il personale del Corpo Forestale dello Stato grazie alla conoscenza capillare del territorio esercita un importante funzione di controllo e prevenzione delle attività illecite di movimento dei terreni, che spesso vengono presentate, seppure non ancora accertato per il caso in argomento, come lavori di “bonifica agraria” mentre nella realtà sono vere e proprie attività di cava di materiale inerte da rivendere o utilizzare per la realizzazione di opere edili, con danno all’ambiente ed alle casse dello Stato.