Cronaca

Piediluco rischia di sprofondare nel lago, iter per riconoscere dissesto idrogeologico

 Nella seduta di questa mattina della 1° commissione condivisione di posizioni per quanto riguarda la necessità di approfondire l’atto di indirizzo presentato dal gruppo consiliare M5s sul Riconoscimento del dissesto idrogeologico del lago di Piediluco, perimetrazione dell’area di frana, tema che verrà ripreso in una seconda seduta vista l’esigenza di analizzare attentamente la documentazione da parte di tutti i consiglieri al fine di giungere alla stesura di un atto condiviso ed efficace.

Il 23 luglio 2016 il gruppo pentastellato aveva accompagnato la stampa in un tour del paesino mettendo in evidenza i segnali che potrebbero far ritenere la zona a rischio; all’epoca dei fatti (ma già da una decina di anni si avevano avute avvisaglie) la questione non sembrò così tanto ‘interessante’, ma secondo quanto emerso dal dibattito della I Commissione, ora i consiglieri vogliono vederci chiaro e approfondire la documentazione allegata all’illustrazione del problema per arrivare a un atto condiviso.

Patrizia Braghiroli (M5s): “La situazione di Piediluco è sotto gli occhi di tutti. Dal 2005. Leggo l’atto. Lesioni presenti sulle strutture portanti di alcuni edifici. Il danno sfruttamento idroelettrico del lago dovuto dal lavoro delle multinazionale. Chiediamo il riconoscimento del dissesto idrogeologico del lago di Piediluco, con una perimetrazione di frana e che si faccia una perizia per la quantificazione economica. Devono pagare i concessionari idroelettrici. Vorremmo sapere cosa si è fatto fino ad ora. Che il tema venga messo all’attenzione della Giunta e del Consiglio. Quale è la posizione della giunta. Discutere ed approfondire e fare anche un atto di commissione”.

Sara Francescangeli (Presidente 1° Commissione): “Intervengo come consigliere di Lega. Credo che il problema di Piediluco sia incontestabile, a fronte del poco tempo che abbiamo avuto, chiedo di approfondire l’atto e la relazione allegata”.

Michele Rossi (Terni Civica): “Sull’argomento ci tengo a dire che ho depositato una interrogazione sulla restituzione di fondi in merito ai soldi dati al comune dal ministero per Piediluco. Bisogna capire la storia, ricostruire quanto è accaduto perché potrebbe arricchire l’atto. E’ indecente che 440 mila euro non sono stati spesi. Di questi soli 13 mila sono stati spesi e non si sa per cosa. Ci sono problemi anche per l’ecosistema stesso del lago. Questo continuo innalzamento e abbassamento mette in pericolo tutto l’ecosistema. Tute queste problematiche potrebbero essere inserite nell’atto”.

Federico Brizi (Gruppo Misto): “Sono d’accordo con l’atto presentato dai colleghi del gruppo M5s. Dagli studi fatti lo sfruttamento dell’acqua determina un abbassamento e sversamento della costa del lago verso l’acqua. Unito in alcuni punti che il comune all’epoca ha costruito una passerella. La prima fu costruita con un quantitativo alto di pietra che ha fatto scivolare il terreno verso il lago. Nel secondo e terzo stralcio si cambiò procedura adoperando pali.Il Comune deve intervenire nei confronti della Regione affinchè dia risorse per far fronte a questo fenomeno”.

Giulia Silvani (Lega): “Il movimento dell’acqua porta ossigenazione. Diciamo che la situazione è molto complessa e propongo di studiare bene la situazione”.

Assessore Enrico Melasecche: “Il problema è complesso e interagiscono varie situazioni. Rispetto ai lavori pubblici e agli impegni finanziari, ho appreso anche io dalla stampa di questi 440 mila euro non spesi. Ritengo assurdo che una città nelle nostre condizioni si permetta di non spendere soldi in generale ma nel caso specifico la situazione è diversa. Se si tratta di un doppio finanziamento, come errore, credo che ci sia poco da fare. Relativamente alla situazione delle acque, ho un dubbio e lo esterno con franchezza riguardo la strada da percorrere. Se seguiamo la strada del no ai finanziamento pubblici e del sì a quelli di Erg, quale soggetto che deve pagare tutto, e se la normativa in materia non scioglie i nodi, rischiamo di non avere ne soldi pubblici ne quelli privati. Quindi inviterei alla prudenza. Sul fenomeno frana, se non vedo certificato da perizie certe e certificate il l’intero paese sia scivolando verso l’acqua, su questo qualche dubbio ce l’ho. Il dubbio quindi è se intraprendiamo questa strada ho paura di come potremmo uscirne. Quindi inviterei ad approfondire e cercare di avere informazioni da tutti gli abitanti degli abitati compromessi”.

Ingegner  Marcello  Boccio, rup procedimento: “Le problematiche di Piediluco sono diverse. Una riguarda la situazione dell’abitato Piediluco . Io ho due studi. Ci fu un finanziamento di un milione circa nel 2005. C’era un intervento che riguardava la costruzione di una palificata, inserimento di pali. Uno studio è stato commissionato dall’Enel del 1989 e ha analizzato la situazione con sondaggi, analisi idrodinamiche e perizie e da quello che si può vedere il paese sta per una parte su una roccia calcare, tutto il resto è terreno di riporto. Sulla parte appena a monte sulla strada i terreni sono fatti di detriti lacustri e porosi. Le oscillazioni del lago si attestano intorno al metro, e gonfiano e sgonfino il livello. Lo studio di Delia, universitario ad alto livello, dice che secondo lui non sono le oscillazioni dell’acqua a determinare la com0lessità della zona ma scadenza delle strutture dell’abitato. Successivamente l’autorità di bacino del Tevere ha fatto un altro studio nel 2000 venendo alla stessa conclusione. L’oscillazione del lago non è influente, ma è la sbagliata edificazione il problema principale. Ad oggi non c’è una delimitazione di frana e se ci fosse andrebbe inserita nelle cartografie regionali e nazionali. La parte del versante dalla strada in giù è tutto materiale di riporto. Alcuni lavori non si possono fare a causa dei ricorsi di alcuni abitanti. Questo è il motivo per cui si è dovuto restituire parte dei soldi”.

Paolo Angeletti (Terni Immagina): “Dopo aver ascoltato quello che è emerso dal dibattito, mi sembra evidente che la costruzioni degli abitati del lago di Piediluco e di quelle del lungo lago, come è stato evidenziato dagli studi è legata al tipo di terreni in cui sono state costruite la casa. La scarsa consistenza legati al cedimento di terreno. La strada tecnica della dichiarazione di frana è abbastanza ardua e difficile. Si stenta di dimostrare una cosa altamente difficile da dimostrare. Dal punto di vista politico il tentativo di dichiarare la strada in frana si può percorrere anche se difficile. Il terreno lì è cedevole, risente delle oscillazioni, ma portare tutto questo come dimostrazione di frana mi sembra arduo”.

Patrizia Braghiroli (M5s): “Ringrazio l’ingegner Boccio riguardo gli studi esposti, ma non possiamo non fare riferimento nella perizia e relazione del Comune di Terni allegate al progetto di rifacimento delle sponde. Si legge chiaramente che l’uso della centrale elettrica posta a valle del bacino fa oscillare di anche un metro le acque del lago con scivolamenti delle case verso l’acqua. Queste perizie fanno riferimento alla perimetrazione dell’area di frana. Indipendentemente o dipendentemente dagli studi non c’è una unica causa ma una serie di concause e dobbiamo decidere come Amministrazione cosa fare. Dobbiamo avere una strategia. Su cosa chiedere alla giunta posso anche essere d’accordo con Melasecche sul secondo punto, purché si decida una strada da intraprendere. Sono favorevole  ad approfondire con i colleghi l’argomento al fine della stesura di un unico atto di Commissione, purché lo si faccia presto senza indugi e perdite di tempo”.