PIEDILUCO, FORZA NUOVA CONTRO L'INTITOLAZIONE DI UN PASSAGGIO PEDONALE A MARIO FILIPPONI, PARTIGIANO DELLA "GRAMSCI" - Tuttoggi.info

PIEDILUCO, FORZA NUOVA CONTRO L'INTITOLAZIONE DI UN PASSAGGIO PEDONALE A MARIO FILIPPONI, PARTIGIANO DELLA “GRAMSCI”

Redazione

PIEDILUCO, FORZA NUOVA CONTRO L'INTITOLAZIONE DI UN PASSAGGIO PEDONALE A MARIO FILIPPONI, PARTIGIANO DELLA “GRAMSCI”

Ven, 15/04/2011 - 18:23

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Marco Petrelli, segretario provinciale di Forza Nuova di Terni, ha lanciato la nuova lotta politica dell'organizzazione neo-fascista, che da alcuni anni ha preso piede anche nella 'rossa' provincia di Terni, contro la decisione di intitolare un passaggio pedonale di Piediluco a Mario Filipponi, uno dei personaggi simbolo della Resistenza partigiana nelle zone di Marmore, Piediluco e Leonessa, dove la brigata “Gramsci” è stata particolarmente attiva. Questa la nota di Petrelli in cui spiega le ragioni della protesta: “Scegliere il nome da conferire ad una strada o ad una piazza non è cosa facile, soprattutto quando il nome rievoca eventi e circostanze drammatiche. Piediluco, borgo lacustre a pochi chilometri da Terni, vedrà intitolato un passaggio pedonale a Mario Filipponi, partigiano garibaldino della Brigata “A. Gramsci”, perseguito dopo la guerra per diserzione e omicidio. Il nome di Filipponi – afferma Marco Petrelli, responsabile provinciale di Forza Nuova Terni – è collegato all’omicidio di Maceo Carloni, sindacalista di origini socialiste, poi esponente della cosiddetta ‘sinistra fascista’. Carloni non aderì alla RSI ma il suo passato bastò a garantirgli la condanna a morte della ‘Gramsci. Episodio rimasto per decenni nel dimenticatoio, l’assassinio di Carloni torna alla luce grazie alle ricerche di uno storico locale, Marcello Marcellini. Non solo i testi di Marcellini ma anche L’Umbria nella Resistenza, (opera edita dall’ANPI negli anni ’70), mostrano come la città di Terni non fosse stata luogo di grandi operazioni anti naziste, al contrario della provincia di Perugia e dell’alto Lazio. La morte del sindacalista non si inserisce dunque in un contesto di guerra ma di epurazione. Il caso del comunista Luigi Canali e di Porzus indicano come vendette ed esecuzioni sommarie colpissero anche partigiani dissidenti. L’amnistia Togliatti – prosegue Petrelli – ha permesso che uomini come Filipponi e Toffanin evitassero pesanti pene detentive. Sparare contro civili inermi, anche in guerra, è omicidio; dedicare una via ad un assassino è disdicevole e umiliante per i discendenti di vittime che non hanno mai avuto giustizia”.

Marco Petrelli

Segretario provinciale Forza Nuova Terni

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