Avevano ragione loro, i 5 segretari di circolo del piddì di Spoleto – Mazzoni, Giontella, Pesci, Passeri e Tiberi – quando, una ventina di giorni fa, scrivevano di non “avere l’energia e la convinzione necessaria” per affrontare la campagna elettorale per le regionali. E noi di Tuttoggi a malignare, a leggere quella nota come una minaccia ai vertici del partito regionale ‘rei’, a loro dire, di non aver candidato neanche uno spoletino: poco importa che fosse stata proprio l’incapacità del Pd locale a non aver trovato una sintesi intorno ad un nome condiviso. Avevano ragione loro. Perché di energie i dirigenti spoletini del premier Renzi non ne hanno più tante, a guardare almeno alcune foto e i racconti presi durante l’ultima direzione comunale, dove a farla da padrone non è stata la politica e neanche la campagna elettorale bensì Morfeo, il dio del sonno. Saranno state le comode poltrone in similpelle, sarà stato che a dirigere la riunione fosse la presidente Vilma Fiata (non proprio uno esempio di vivacità oratoria) o magari che già dalle prime battute si era capito che sarebbe mancato il numero legale. Fatto è che non sono stati pochi quelli che hanno preferito schiacciare un pisolino.
La pennica – Così, immortalati in scatti divenuti ormai virali, fuori e dentro il Pd, sono finiti due due dirigenti di Viale Trento e Trieste. E non erano gli unici. Sia chiaro, non c’è niente di scandaloso, nulla a che vedere con quei parlamentari (nessun partito e movimento escluso) che a spese del contribuente scambiano di tanto in tanto l’Aula per luoghi dove riposare membra e neuroni. Qui siamo davanti a due imprenditori, molto conosciuti e stimati per essere lavoratori infaticabili, da sempre al fianco del partito democratico, ancor prima del Pci, Pds e Ds. Che indubbiamente devono anche loro aver perso le energie.
La gaffe – dicevamo che erano in buona compagnia. Dietro le colonne della sala altri membri del direttivo si tenevano la testa, quando non sonnecchiavano. A fare però una vera gaffe è stato uno dei ghostwriter di Loretoni che – dopo essersi vantato di aver partecipato con devozione politica (e con moglie al seguito, visto mai possa tornar utile?) al cocktail offerto dal candidato Attilio Solinas giurandogli voto e fedeltà eterna -, vuoi per il sonno, vuoi per un gesto inconsulto, ha fatto cadere in terra la propria giacca dalla quale, udite-udite, sono fuoriusciti decine e decine di santini dei candidati Barberini e Porzi. Alla faccia della devozione politica. E pure della fedeltà. E meno male che il partito aveva giurato di fare campagna solo per la candidata presidente e di astenersi dal portare questo o quel candidato consigliere. Ma torniamo al fattaccio. Ripresosi dal brutto momento – Morfeo maledetto! – il malcapitato ha cercato di ammucchiare alla meglio le tesserine, riponendole in fretta e furia in tasca, ma ormai la figuraccia era andata in scena.
Boschi a Spoleto – l’unica novità, approvata dall’assemblea, è stata quella di ufficializzare l’invito al ministro delle Riforme costituzionali Maria Elena Boschi, in pratica, se Renzi ne è il papà, la mamma dell’Italicum. Stando ai bene informati la ministra, legata alla città del festival dove vivono alcuni familiari, dovrebbe arrivare venerdì 22 maggio alle 16 a palazzo Mauri dove ad attenderla troverà Catiuscia Marini.
I lavori – per il resto la riunione, finita poco prima delle 23,30, con buona pace del vicinato, si è risolta con un nulla di fatto. Il primo punto all’ordine del giorno era infatti l’approvazione delle dimissioni presentate, ormai da più di un mese, dal segretario Roberto Loretoni. Il quale, volendo mostrare tutta la propria correttezza, ha preferito non partecipare ai lavori per non influenzare il voto. Ben fatto. Peccato che più della metà dei 51 membri della direzione non fossero stati avvisati (alla riunione si sono presentati appena 20 aventi diritto al voto, più alcuni iscritti). Che sia frutto di una precisa strategia per rimanere in regime di prorogatio fino al momento del voto regionale? Che fosse finito il credito per spedire a tutti, via sms, l’invito? Di fatto renziani e margheritini non hanno preso parte all’adunanza. Non erano stati informati neanche buona parte di quelli che a gennaio scorso avevano decretato la vittoria di Loretoni. Il quale stamani ha fatto sapere di non essere interessato a ritirare le dimissioni, nonostante la stessa segreteria regionale e la presidente Marini lo abbiano invitato a congelarle fino al voto. Un taglio netto dunque, almeno all’apparenza, perché a detto delle lingue lunghe del partito, l’ormai ex segretario sarebbe intento a fare un po’ di tesseramento. Che si pensi già al prossimo congresso straordinario per eleggere la nuova segreteria? Probabile. Sempre che, visti gli sfaceli compiuti da un anno a questa parte, stavolta non arrivi da Perugia un commissario a risanare la situazione, a ricreare un clima politicamente corretto. Un incarico che si prefigura già lungo, molto lungo.
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