Cronaca

Piccolo Carro, la vita della comunità oltre l’inchiesta | La “festa” con Bracconeri

La vita non si ferma al Piccolo Carro. Ieri nella struttura per minori è arrivato un ospite popolare come Fabrizio Bracconeri. L’attore e personaggio televisivo ha voluto manifestare la sua vicinanza ai titolari della comunità Cristina Aristei (presidente) e Pietro Salerno (vicepresidente). Armati di microfono ha intrattenuto e fatto sorridere i ragazzi chiamati ad interagire su battute legate allo sport ed in divertenti gag che ha spostato un per qualche ora l’attenzione dalle criticità che in questi mesi la struttura sta attraversando sotto il profilo giudiziario e amministrativo.

“Sono qui per farvi sorridere – ha detto Bracconeri – perchè non sempre a chi fa del bene questo viene riconosciuto”. Il “Bruno Sacchi” (de I Ragazzi della Terza C) e opinionista in Forum non è che uno dei 3000 sostenitori di Piccolo Carro. Ce lo raccontano Cristina Aristei e Pietro Salerno, uniti nella vita e nel lavoro, l’una presidente e l’altro vicepresidente della cooperativa. “Per noi il primo pensiero quando su di noi si è concentrata tutta questa attenzione mediatica è stato quello di tutelare i ragazzi – racconta – questo non ci ha nemmeno permesso di esporci come forse avremmo voluto e dovuto per difendere la nostra immagine. Tante cose non vere sono state dette. E forse appena la tempesta sarà passata le diremo”.

E intanto però descrive un momento difficile dal quale l’attività che dura da 21 anni e ha ospitato una cosa come 800 ragazzi si trova ad affrontare delle serie difficoltà. “Gli Enti invianti – raccontano – hanno evidentemente ricevuto segnalazioni a non mandare qui i ragazzi e se le cose continueranno così avremo grosse difficoltà a continuare l’attività, con conseguenze inevitabili anche per i nostri 83 dipendenti”.

E il Piccolo carro si è sempre difeso dalle accuse parlando di “vuoto normativo” sulle autorizzazioni al centro dell’inchiesta e per le quali secondo l’accusa sarebbero stati percepiti soldi pubblici illecitamente, “il paradosso – dicono – è che se tutta questa vicenda colmerà la lacuna normativa ci avranno fatto del bene, ma nel frattempo speriamo che non saremo stati costretti a chiudere per le conseguenze delle falsità dette su di noi”.

Sul fronte giudiziario ricordiamo invece che il sequestro preventivo del novembre scorso è stato revocato dal pm Michele Adragna, mentre sul piano amministrativo, presto il Tar si pronuncerà per la richiesta di riottenimento delle autorizzazioni pubbliche. Insomma un quadro complicato nel quale però la prima responsabilità è quella di tener conto dei ragazzi. “Quando è scoppiato il ‘caso’ in tremila hanno sottoscritto una nota in nostro sostegno, una valanga di affetto che ci ha travolto” raccontano. “Noi siamo qui pronti a difenderci. Siamo stati perquisiti, ogni documento è stato valutato e considerato, le strutture passate al setaccio. Credete che avrebbero dissequestrato tutto se avessero trovato irregolarità. Noi amiamo questi ragazzi. Siamo qui ogni giorno per loro”.