Cronaca

Piccolo Carro, farmaci e medici nella struttura “Regione e Usl sapevano”

Nel carteggio corposissimo (e ora tutto nel fascicolo del pm che ha aperto l’inchiesta) c’è anche la fitta corrispondenza tra la Regione, la Usl e i Comuni dove insistono le strutture (sei in totale) del Piccolo Carro. Quanto emerge è che in una sorta di vuoto normativo (relativo alle strutture per minori con disagi anche psicologici) che si cercava di colmare come con la delibera 712 della Giunta Regionale.  La Regione, nonostante nel ’97 avesse stabilito di non istituire strutture residenziali e semi per la salute mentale nell’età evolutiva, a maggio 2015 preadotta una delibera in cui ‘modifica’ i precedenti intenti e introduce la «tipologia di strutture residenziali sia a valenza terapeutica che terapeutiche da sottoporre a sperimentazione».

Oggi Piccolo Carro è sotto inchiesta della Procura di Perugia, proprio perché avrebbe illecitamente svolto attività di tipo sanitario quando era autorizzata formalmente solo a svolgere quella socio-educativa. E non «terapeutica». Distinzione su cui si gioca tutta la partita penale ed economica. Perché – ed è alla base dell’ipotesi di frode nelle pubbliche forniture – mentre per un paziente ‘sociale’ sono previsti 150 euro al giorno, per un minore da monitorare sotto il profilo sanitario i comuni pagano fino a 400.

In altra nota questa volta a firma Usl si legge la descrizione dell’attività di Piccolo Carro «Le caratteristiche – scrive – risultano trasformate rispetto al passato e appaiono caratterizzate dalla necessità di un sostegno psicologico nel percorso socio-educativo individuale; molti dei soggetti giungono all’inserimento gravati dalla prescrizione di una terapia farmacologica», appunto. Non solo, «la cooperativa – spiega il responsabile Asl – si è dotata di un’equipe di psicologi e medici psichiatri per sostenere gli ospiti dal giorno del loro inserimento nella vita comunitaria». Spiega che «valutando lo stato corrente della normativa sono emerse la necessità e quindi la volontà di concretizzare costante collaborazione fra la Cooperativa e questa Usi, per la tutela di quei minori che, sebbene inseriti in un ambito socio-educativo, manifestino il bisogno di forme di intervento a sostegno della salute mentale». Parole molto distanti dalle successive diffide e che mostrano una certa consapevolezza del fatto che nella struttura ci fossero medici e che i ragazzi fossero sottoposti a terapie farmacologiche. 

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