Il picco dei positivi in Umbria al Covid (407 i nuovi positivi scoperti nelle ultime 24 ore, 1.848 nell’ultima settimana) costringono la Regione a rivedere alcune procedure nell’uso dei tamponi, nella gestione dei contatti e degli asintomatici. Procedure che seguono quanto disposto dalle autorità sanitarie nazionali, ovviamente, ma che in Umbria vengono adattate anche alle forze disponibili contro il Covid, in termini di mezzi e soprattutto di personale.
Ritardi, Onnis: “Stiamo facendo il possibile in questa situazione
“Stiamo facendo il massimo possibile nelle condizioni date” assicura il commissario Covid per l’Umbria, Antonio Onnis. Che porta l’esempio proprio del numero dei positivi nell’ultimo giorno, appena comunicato: “I 407 casi positivi hanno avuto una media, ad essere ottimisti, di 20 contatti ciascuno negli ultimi giorni. Parliamo di 8 mila persone che in un giorno dovrebbero essere prese in carico. Questo tsunami sta mettendo in grandissima difficoltà i nostri servizi, ma nessuno in Italia è preparato” ammette.
Tamponi mirati
I tamponi, dunque, saranno sempre più mirati. E l’attività di testing sarà appunto “commisurata alle forze in campo”.
Anche perché, avverte Onnis, “i tamponi non sono uno strumento risolutivo. Sono uno strumento diagnostico che, per le varie tipologie, vanno utilizzati in modo appropriato. Soprattutto per l’esito: il tampone negativo è una falsa sicurezza. Ecco perché file di ore per fare il tampone, pur comprensibili sul piano emotivo, non ci aiutano”.
Altri medici in campo
Se a marzo le difficoltà per i tamponi erano date dalla difficoltà a reperire reagenti, oggi i limiti, visti i numeri crescenti, sono legati al personale a disposizione. Per questo, la Regione rafforzerà le Usca per il monitoraggio dei positivi e delle persone in isolamento: ai 40 medici per ciascuna Asl se ne aggiungeranno in tutto 28, consentendo a queste unità di operare 7 giorni su 7.
Onnis sta cercando di stringere accordi per coinvolgere ulteriormente medici di base e pediatri nel monitoraggio delle persone in quarantena. Con i medici è in corso una interlocuzione per far svolgere alcuni tipi di test che non richiedono la presenza in laboratorio. La Regione sta inoltre chiudendo un accordo con le farmacie per far effettuate test rapidi.
I tempi
Per processare un tampone servono circa 2 giorni. Il problema è farli i tamponi, soprattutto in una fase di crescita esponenziale della curva come quella che si sta osservando in Umbria e in altre zone d’Italia.
Le procedure
Per questo le procedure sono state parzialmente riviste, sulla base appunto dei protocolli ministeriali, ma anche delle esigenze e delle forze in campo localmente.
In particolare, la nuova strategia di testing prevede la diagnosi tempestiva dei sintomatici, per porli in isolamento contumaciale, isolando anche i contatti stretti, ma senza sottoporli subito a tampone.
I casi “sospetti” vanno messi in isolamento già al momento della prescrizione del tampone (evitando situazione di contagio come quelle che si sono verificate ad agosto al rientro dalle vacanze).
Questi i percorsi per le diverse casistiche.
Caso sospetto
Un caso viene definito “sospetto” quando ha sintomi riconducibili al Covid. Non si tratta quindi di contatti con caso positivo. Il soggetto va subito posto in isolamento e sottoposto a tampone. L’indagine epidemiologia scatta solo qualora l’esito sia positivo. La quarantena fiduciaria diventa contumaciale con ordinanza del sindaco.
Qualora il soggetto non possa isolarsi dai familiari, viene trasferito in strutture adeguate “in tempi brevi”. Oltre a Villa Muzi a Città di Castello, a breve la Regione dovrebbe individuare un cosiddetto “Covid Hotel”.
La sorveglianza attiva viene attivata solo per i sintomatici al fine di poter predisporre il tampone dopo almeno 10 giorni dall’inizio dei sintomi e dopo 3 giorni senza sintomi.
L’asintomatico viene invece sottoposto a sorveglianza passiva, cioè è lui che deve segnalare l’insorgere di sintomi o problemi.
I contatti stretti vengono sottoposti in isolamento.
Caso positivo asintomatico
Qualora, attraverso attività di screening (negli ospedali, negli aeroporti, su determinate comunità) emergano positivi asintomatici questi vanno in isolamento 10 giorni. Quindi vanno sottoposti a nuovo tampone: se è negativo, il caso è “libero”; se è positivo effettua l’isolamento fino al 21esimo giorno e poi il caso è “libero”.
Questa la procedura anche qualora l’iniziale positività sia stata riscontrata attraverso tampone effettuato in laboratori privati.
Caso positivo sintomatico
Il caso positivo sintomatico viene sottoposto a vigilanza attiva. Nella propria abitazione se può isolarsi da altri familiari, altrimenti in struttura adeguata.
Il ricovero ospedaliero avviene in caso di peggioramento del quadro clinico o per persone che presentano già condizioni particolarmente rischiose per patologie pregresse o età.