Cronaca

Picchiata, minacciata e violentata, chiesto rito immediato per il marito

Picchiata con violenza inaudita, costretta a rapporti sessuali e sottoposta ad atti di estrema umiliazione. Sono queste le pesantissime accuse a carico di un cinquantenne residente nel territorio del Trasimeno, per il quale la Procura ha chiesto ora che venga giudicato con rito immediato. Gli indizi di colpevolezza a carico dell’uomo nei confronti della moglie – arrestato dopo la denuncia della donna costretta a ricorrere alle cure dell’ospedale dopo l’ultimo episodio – sono talmente gravi da aver portato il pm alla specifica richiesta. La difesa del cinquantenne potrebbe a questo punto puntare sulla richiesta di rito alternativo abbreviato per ottenere, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena. Rischia infatti dai 6 ai 12 anni di carcere.

Il caso era venuto alla luce un paio di mesi fa, quando la giovane donna si era presentata all’ospedale di Perugia con fratture al naso ed alle costole, sotto choc. A procurargli tali traumi – aveva poi raccontato, sporgendo denuncia ai carabinieri di Città della Pieve – sarebbe stato il marito. Il quale era poi finito in carcere, a Terni, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm e concessa dal giudice per le indagini preliminari di Terni Maurizio Santoloci.

Secondo quanto è stato ricostruito dall’inchiesta – che ha portato il pm a chiedere il giudizio immediato – l’uomo avrebbe picchiato e maltrattato la moglie in più occasioni. In particolare la donna sarebbe stata “percossa, costretta a compiere e subire atti sessuali, afferrata per il collo e colpita alle gambe con un legno”. Il tutto  “per banali motivi di gelosia”. Il marito l’avrebbe colpita “con pugni sulla schiena e sui glutei, strappandole anche i capelli, gettandola a terra e saltandole con i piedi sul costato”. Non solo: avrebbe sottoposto la moglie anche ad atti di estrema umiliazione, quando “dopo che le aveva versato – si legge negli atti giudiziari – una busta di latte addosso per ‘purificarla’”, le versava “un bicchiere della sua urina indosso”. Vessazioni accompagnate da frasi minatore: “L’unica soluzione è che ti ammazzi entro stasera o ti uccido io” avrebbe detto l’uomo prima di violentarla brutalmente. L’indagato, però, durante l’interrogatorio ha respinto gran parte delle accuse – dicendo, in merito ad alcune contestazioni di “avere esagerato” – ammettendo di essere dipendente dagli stupefacenti e parlando soltanto di alcuni litigi.

(foto di archivio)