Arriva nelle aule della giustizia amministrativa la querelle tra il comune di Spoleto e l’azienda olearia Coricelli sulla vicenda del piazzale di 6mila metri quadrati realizzato a Madonna di Lugo nei pressi dello stabilimento sede dell’azienda. Tutto comincia nel maggio di quest’anno, quando due dipendenti comunali appartenenti alla direzione Polizia Municipale e Servizi si recano in ispezione presso lo stabilimento e si accorgono dell’immenso piazzale. Un piazzale che sarebbe stato realizzato in modo abusivo, poiché manca il permesso a costruire, e che quindi va distrutto.
Il 18 luglio arriva l’ufficialità. Un’ordinanza dirigenziale dispone che “le opere rilevate sono state realizzate in assenza del permesso di costruire (…) ritenuto pertanto necessario ingiungere la demolizione delle opere indicate in quanto ricorrono i presupposti di fatto e di diritto illustrati al fine del ripristino integrale dello stato dei luoghi ante abuso”. L’ordinanza viene notificata non solo alla ditta Coricelli, ma anche alle società di Todi e di Spoleto indicate rispettivamente come committente ed esecutrice dei lavori, concedendo 90 giorni di tempo per provvedere alla rimozione del piazzale.
La ditta olearia è, però, di tutt’altro avviso rispetto al comune, e il 23 settembre scorso, tramite gli avvocati Enrico De Martino e Carlo Calvieri del foro di Perugia, si rivolge con un apposito ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria per chiede l’annullamento dell’ordinanza. L’ultimo capitolo della saga viene scritto dal decreto sindacale n. 204 del 9 ottobre scorso, con cui l’amministrazione “Ritenuta l’infondatezza delle pretese avanzate dalla ricorrente Società Pietro Coricelli S.p.A., per le ragioni tutte esposte in premessa, ritiene opportuno costituirsi nel giudizio promosso dinanzi al Tar Umbria nei confronti dell’ente comunale”. Sarà quindi la giustizia a sentenziare la sopravvivenza o meno del ‘piazzale della discordia’.
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