Spoleto rende omaggio a Don Pino Puglisi. O meglio il Beato Pino Puglisi, visto che qualcuno sembra aver dimenticato che già dal 25 maggio 2013 è stato elevato da Papa Benedetto XVI agli onori degli altari per il martirio in odium fide (è il primo martire ucciso dalla mafia).
A decidere quale luogo intitolare al coraggioso presbitero è stata la Giunta De Augustinis che ha individuato l’area antistante l’Auditorium della Stella e del Complesso monumentale dell’anfiteatro, a pochi passi dalla centralissima Piazza Garibaldi.
Tante le ombre sulla scelta effettuata, non certo per il valore e il simbolo che rappresenta don Pino Puglisi, cui è stata riconosciuta la Medaglia d’oro al valor civile “per l’impegno di educatore delle coscienze, in particolare delle giovani generazioni, nell’affermare la profonda coerenza tra i valori evangelici e quelli civili di legalità e giustizia, in un percorso di testimonianza per la dignità e la promozione dell’uomo. Sacrificava la propria vita senza piegarsi alle pressioni della criminalità organizzata”.
Quanto piuttosto per il luogo. Non è ben chiaro, infatti, perché non sia stata scelta una via, piazza o rotonda del quartiere di Santo Chiodo che tutte le amministrazioni precedenti a quella di De Augustinis hanno scelto per ricordare gli eroi della lotta alla mafia.
E’ qui, nel popoloso quartiere spoletino, dove appena dieci giorni fa è stata celebrata dall’Arcivescovo Renato Boccardo una Santa Messa per i 100 anni dalla nascita di San Giovanni Paolo II (cui la chiesa è dedicata), che vi sono le vie intestate a Carlo Alberto dalla Chiesa e a Emanuela Setti Carraro, Rocco Chinnici, Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo.
Inaugurarla nella Giornata mondiale della legalità, che notoriamente combacia con la strage di Capaci (23 maggio), non si collega in alcun modo a date significative della vita di Don Pino.
Nato e ucciso nello stesso giorno del compleanno, il 13 settembre 1993, il presbitero viene ricordato il 21 marzo di ogni anno per la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, voluta dalla mamma di una delle vittime di Capaci e sostenuta dall’associazione “Libera, contro le mafie”.
Non sarebbe stato quindi più ragionevole attendere una di queste date per intitolare una strada o piazza al martire della mafia? E magari, se la Giunta ha non in serbo qualcosa per il prossimo 19 luglio, commemorare nel giorno della strage di Capaci, l’uomo, l’amico e magistrato che mai abbandonò Falcone, Paolo Borsellino?
Quanto al luogo, ben poco si è fatto, a parte gli scatti fotografici per dare una immagine diversa da quella che è realmente la piazza: se è vero che almeno l’erba infestante è stata tagliata (e ci mancherebbe), si poteva fare qualcosa in più come, ad esempio, issare il telone del Festival dei 2 Mondi – installato per coprire l’orrore in cui versa il Complesso monumentale che si affaccia proprio sulla piazza – e che da anni è in parte caduto.
Oppure qualche panchina, visto che l’area, inibita alle auto, potrebbe diventare luogo di incontro per giovani e meno, o delle fioriere.
Anche perché se si spera di veder consolidato e ristrutturato il Complesso, che manca della semplice manutenzione dal 1962, c’è rischio di attendere almeno una decina di anni.
Così resta la targa intitolata a “don Pino Puglisi” davanti a due cassonetti dei rifiuti.
In una situazione che farebbe impallidire anche le zone più degradate del quartiere Brancaccio, dove operava don Pino.
Neanche una targa a ricordare, per le nuove e future generazioni, chi è stato don Pino e cosa ha fatto contro la mafia.
Ma veniamo alla inaugurazione e alle polemiche innescate dal mancato invito di buona parte dei partiti, persino quelli di maggioranza.
A voler fare i certosini (ma neanche troppo, manca all’appello anche la benedizione, che di solito viene prevista per occasioni del genere, e pure una rappresentanza di quegli studenti, di quei giovani a cui Puglisi guardava con instancabile fiducia.
E si che la piazza si presta ad ospitare anche 100 persone con il dovuto distanziamento sociale. Insomma una cerimonia raffazzonata, quasi fosse affare dei soli pochi fortunati invitati.
“Don Pino Puglisi è stato una figura stupenda” ha detto il sindaco Umberto De Augustinis dopo la scopertura della targa “un parroco impegnato a combattere la mafia attraverso l’insegnamento ai ragazzi, ai giovani, contro l’ignoranza che considerava giustamente il principale alleato dei mafiosi”.
“Ricordiamo oggi un prete concreto, pratico, che ho avuto l’opportunità e l’onore di conoscere nel periodo in cui ho lavorato a Palermo, una persona che ragionava in termini di difesa della legalità, partendo dalla base, dal coinvolgimento e dall’educazione”.
Il coordinamento ritiene ancora di appartenere a quella larga maggioranza in Consiglio comunale e di aver sempre collaborato con tutte le componenti dell’Amministrazione comunale”.
Di lì a poco la nota del centro sinistra: “Anche Spoleto ha celebrato la Giornata della Legalità nel giorno del 28mo anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta (Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, n.d.r.). Lo ha fatto con una bellissima iniziativa della quale ringraziamo il Comune: l’intitolazione della piazza davanti all’auditorium della Stella a Don Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio di Palermo ucciso dalla mafia nel 1993”.
Inizia così il comunicato diramato dai consiglieri del Pd Carla Erbaioli, Stefano Lisci e Marco Trippetti e della lista civica “Ora Spoleto”, Camilla Laureti e Luigina Renzi.
Poi la stoccata alla Giunta De Augustinis: “ Peccato che la abbia celebrata però solo con una parte del Consiglio comunale: la maggioranza. E non perché la minoranza non avrebbe partecipato, se solo lo avesse saputo. E’ grave perché pensiamo ci siano occasioni in cui non dovrebbe contare l’appartenenza politica ma solo il senso delle Istituzioni”.
“Ancora di più in una Giornata come questa. Forse la mail con la quale il Comune informava anche noi dell’inaugurazione non è arrivata ma è stata mandata? Ci piacerebbe di più se fosse così ma solo un nuovo attacco di un hacker potrebbe non far recapitare l’invito a nessuno di noi. E ci auguriamo vivamente che non sia così”.
“Se invece il timore era dato dal rischio di assembramento si poteva decider di far partecipare un solo esponente per ogni forza politica e la grandezza della piazza scelta lo avrebbe permesso, rispettando tutte le regole di sicurezza in vigore. Purtroppo temiamo che la ragione sia che su nulla di tutto questo si sia ragionato” concludono i rappresentanti del centrosinistra cittadino.
Non hanno invece voluto polemizzare pubblicamente, ma non per questo, a microfoni spenti, hanno stigmatizzato la grave dimenticanza, i consiglieri di maggioranza di Forza Italia e di opposizione delle liste civiche Alleanza Civica e Spoleto Popolare, anche questi rimasti fuori dalla cerchia degli invitati.
In pratica una inaugurazione, sarà un caso, ristretta solo a Lega e Laboratorio, non a caso le uniche due forze che ancora, almeno apparentemente, restano leali al primo cittadino.
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