Città di Castello

Piazza Archeologia, Secondi dopo chiusura cantiere “Subentrerà altra ditta per finire lavori”

In Consiglio comunale, durante il question time di ieri (lunedì 16 aprile) si è tornati a parlare di Piazza dell’Archeologia. Ad interrogare la giunta il capogruppo di Forza Italia Cesare Sassolini che ha ripercorso tutta la vicenda: dall’annuncio dell’amministrazione, nel dicembre scorso, sul termine dei lavori entro la fine estate 2018, fino all’arresto (il 9 gennaio) dell’amministratore della società a cui erano stati affidati i lavori durante un’operazione anti ‘ndrangheta, a cui era seguita (il 16 gennaio) anche la sospensione dei lavori, per un mese, a scopo precauzionale.

Sassolini ha infine ricordato la definitiva risoluzione contrattuale per la realizzazione di Piazza dell’Archeologia, apparsa il 28 marzo sull’albo pretorio del Comune tifernate.

Quale sarà il destino dei lavori nella piazza – ha chiesto il consigliere di opposizione – e su che tipo di danno erariale potrebbe incorrere il Comune, visto che per la realizzazione della piazza erano previsti dei fondi della Comunità Europea?”.

A rispondere, sintetizzando la storia della gara, ci ha pensato l’assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondi: “I lavori, dopo le misure giudiziarie, a titolo cautelare, sono stati sospesi per 30 giorni e quindi sono ripresi con scavi e demolizioni per la posa dei corpi strutturali. Ma il 28 marzo abbiamo disposto la risoluzione dell’appalto per il venire meno dei requisiti dell’impresa. Ad oggi l’appaltatore sta dismettendo il cantiere nella salvaguardia di quanto compiuto”.

E’ stato attivato lo scorrimento in graduatoria per individuare l’operatore che subentrerà. La procedura è strettamente regolata dalla legge e stiamo seguendo le prescrizioni. Non ci sono elementi discrezionali dato che la materia è strettamente disciplinata dal Codice degli Appalti

Quell’area sembra maledetta – ha replicato Sassolini – ma se loro fossero scagionati, per il Comune che ha risolto un contratto unilateralmente il danno economico sarebbe ingente”. Secondi ha aggiunto che “la revoca è prescritta dal Codice al venire meno di determinati requisiti. Precauzionale è stata la sospensione di 30 giorni, dopo le notizie di stampa”.