Non è stata ancora inaugurata (lo sarà presumibilmente a giugno) ma piazza dell’Archeologia a Città di Castello – la futura “piazza delle Tabacchine” – non ha mai smesso di alimentare polemiche, fin dalla posa della prima pietra.
A far discutere, in questi giorni, sono le scritte apparse al centro della piazza (incomprensibili) e sulle mura dietro gli edifici del complesso residenziale, in tal caso “manifestazioni politiche” molto più eloquenti.
“Un danno stupido e gratuito all’immagine estetica della città – ha detto il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Gabriele Mazzocchi – Non sfugge che uno spazio così ampio e strategico, vista la sua vicinanza alla Pinacoteca, abbia bisogno di un monitoraggio costante che può essere dato esclusivamente dalla presenza di telecamere al fine di evitare un rischio degrado ambientale e sociale. Il Comune tifernate si attivi cercando di intercettare bandi che finanzino questi tipi di interventi”.
Problema meno recente è invece quello dei danni riportati dai marciapiedi nuovi di zecca (complici anche le auto parcheggiate), o mattonelle della pavimentazione già sfaldate a meno di un anno dalla messa in posa. Sul caso era intervenuto qualche settimana fa il consigliere di Tiferno Insieme Vittorio Vincenti, che aveva anche parlato di una “zona reperti archeologici non protetta, con pezzi posati sul pavimento e alcuni addirittura spariti”.
Per ovviare almeno al danneggiamento dei marciapiedi l’amministrazione comunale, nei giorni scorsi, ha posto lungo il perimetro della piazza dei cilindri di cemento, impedendo così ulteriori soste improprie.
Ma a quanto pare la soluzione ha fatto storcere la bocca a molti cittadini. Luigi Bartolini e Filippo Schiattelli di ‘Unione Civica Tiferno’ hanno presentato perfino un interrogazione sul posizionamento di questi cilindri, criticando il fatto che questi “non siano fissati saldamente al suolo ma solo appoggiati ad esso”.
Ricordando le sfere del Prato per delimitare l’area pedonale – poi rimosse a seguito di numerose criticità – i due consiglieri hanno chiesto di “valutare l’opportunità di ancorare al terreno i cilindri, nel rispetto delle normative sulla sicurezza, al fine di evitare o quantomeno limitare potenziali danni a cose e persone”.
Non mancano infine i commenti di dissenso sui social, – “Il brutto attira i peggiori comportamenti” si legge tra gli altri – per un progetto mai amato dai residenti del rione Prato-Mattonata (e non solo), sempre visto da molti come un pesante intervento di cementificazione del centro storico, in un’area di pregio della città tra il complesso di San Domenico e la Pinacoteca comunale. E il taglio del nastro è ancora lontano…