“Bisogna distribuire in fretta le risorse a famiglie e imprese, prima che la crisi di liquidità favorisca l’usura e attiri le cosche”. Lo ha detto, in un’intervista a Famiglia Cristiana, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
“Magistratura e forze di polizia stanno monitorando con molta attenzione i segnali che indicano i cambiamenti di strategia, talvolta molto veloci, operati dalla criminalità organizzata, non solo mafiosa. In questo momento, infatti, c’è un rischio di infiltrazione nei settori dell’economia legale più colpiti e quindi caratterizzati da una mancanza di liquidità senza precedenti”.
Per il ministro dell’Interno: “È fondamentale la rapida erogazione delle ingenti risorse destinate a famiglie e imprese in difficoltà per evitare che la situazione di sofferenza economica e sociale si trasformi in occasione di illeciti e facili guadagni per la criminalità. Eventuali ritardi rischiano di favorire i sodalizi criminali che possono mettere a disposizione, anche con prestiti usurari, i loro aiuti per fare fronte alla crisi. Ma non per questo lo Stato può rinunciare ai controlli antimafia per scongiurare che soldi pubblici finiscano in mani sbagliate. In questa direzione il protocollo con la Sace ha introdotto modalità spedite per i controlli antimafia, coniugando così velocità dell’accesso alle misure di sostegno e rigoroso accertamento della sussistenza di infiltrazioni criminali, con la revoca dell’erogazione nel caso di adozione di una interdittiva antimafia”.
Il ministro si è soffermato anche sulla lotta al lavoro nero. “Il processo di emersione del lavoro nero andrà avanti fino al 15 luglio – ha detto – i primi dati che arrivano ci indicano una consistente linea di tendenza crescente ed evidenziano picchi di circa 2.500 domande registrate ogni giorno, con un peso maggiore del lavoro domestico e dell’assistenza alla persona”.
E alle critiche di quanti giudicano insufficiente e troppo circoscritto il provvedimento adottato, il ministro Lamorgese ha sottolineato: “Sulla circostanza che la regolarizzazione è stata limitata all’agricoltura e al lavoro domestico, ricordiamoci che un provvedimento di emersione non veniva fatto dal 2012 e quindi io rimango dell’idea di vedere in positivo anche un passo che altri giudicano parziale. Tutto è migliorabile, ma è un fatto importante che il Governo sia riuscito a trovare un accordo su un tema molto sensibile per la maggioranza”.
Nell’intervista, il ministro ha fornito anche i dati dei controlli fatti durante il lockdown e ha parlato di migranti, frontiere aperte e rapporti con la Chiesa. “Dall’11 marzo al 7 giugno – ha concluso – sono stati controllati quasi 17 milioni di cittadini: i denunciati sono stati poco più di 450 mila. E anche i dati sugli esercizi commerciali rispecchiano questa tendenza: 10 mila sanzioni su 6,5 milioni di controlli; gli italiani hanno offerto una grande prova di maturità”.
(ITALPRESS).