Terni

Piano del Commercio a breve in Consiglio: Confartigianato “Si rischia esame approssimativo, doveva essere approvato nel 2018”

“È particolarmente increscioso essere costretti ad affrontare questioni cruciali per il territorio, come le politiche commerciali e urbanistiche con specifico riferimento al centro città, a fine mandato, anzi a campagna elettorale iniziata”.

A dichiararlo Confartigianato Terni in riferimento al Piano del Commercio, il documento di programmazione delle attività commerciali.

“Da un lato, infatti, si rischia un esame approssimativo e sommario, dall’altro la voce di chiunque volesse svolgere argomentazioni, apportare osservazioni e variazioni all’impianto deciso dall’Amministrazione sarebbe coperta dal ‘rumore’ della campagna elettorale, se non addirittura liquidata come tentativo polemico”.

Confartiginato: “L’atto di programmazione delle attività commerciali doveva essere approvato entro il 9/7/2018”

“L’atto di programmazione delle attività commerciali che sta finalmente per approdare in Consiglio comunale, secondo la normativa vigente, doveva essere approvato entro il 9/7/2018; il Comune di Perugia, per fare un confronto, ha adempiuto all’obbligo di programmazione con un ritardo di soli 9 mesi, il 10/04/2019”, continua Confartigianato nella nota. “L’Amministrazione Comunale del sindaco Latini ha fatto trascorrere l’intero mandato quinquennale disinteressandosi della programmazione del commercio cittadino. Adesso, a due mesi dalle elezioni, in un clima preelettorale agitato da polemiche e incertezze, ne vorrebbe discutere e magari approvarlo sbrigativamente”.

Atto programmatorio

“Non potendo, per i motivi esposti, approfondire la questione, cruciale per la città e per l’intera categoria dei commercianti che purtroppo in grande numero hanno chiuso o si apprestano a chiudere le attività, ci limitiamo a osservare che l’atto è di tipo programmatorio, quindi non contiene, né può contenere, quelle risposte immediate di cui i commercianti alle prese con squilibri economici e finanziari hanno urgente bisogno”.

Medie e grandi strutture di vendita: la questione della limitazione alle aperture

“Sempre per evitare equivoci e non alimentare speranze che sarebbero poi disattese in un momento di particolare difficoltà per la categoria, si specifica che, di fronte alla abnorme presenza di medie e grandi strutture di vendita che assediano il centro, caratteristica dell’attuale conformazione commerciale della città di Terni, l’atto, così come proposto, tende a limitare le aperture di medie e grandi strutture di vendita, ma solo in alcune zone della città e solo per un futuro abbastanza lontano. Difatti non incide affatto né su quelle già operative né sulle tante già autorizzate, che saranno realizzate in futuro. L’atto limita parzialmente le nuove aperture, ma non utilizza lo strumento previsto dal testo unico del commercio regionale – le cosiddette ‘aree sature’ – ritenuto troppo restrittivo, bensì pone vincoli più blandi in alcune aree ritenute troppo interessate da flussi di traffico, che sono quelle di Borgo Rivo e di Viale dello Stadio, dove i recenti interventi inaugurati dall’attuale Amministrazione hanno reso critica la situazione della vivibilità urbana”.

“Inoltre l’atto proposto prevede che potranno essere aperte senza vincoli strutture di vendita su terreni di proprietà comunale, come se per l’equilibrio commerciale del territorio e per i flussi di traffico facesse qualche differenza la proprietà iniziale del terreno”.

Chiusure: l’analisi di Confartigianato

“Le chiusure che stiamo vedendo sono il risultato dei colpi inferti alla rete dei negozi di vicinato da fenomeni esogeni (inflazione, crisi Covid, impatto globale dell’e-commerce), o comunque sistemici (crisi demografica, crisi dei consumi), e dal venire al pettine dei nodi creati dalle politiche comunali negli ultimi decenni, inclusi certamente gli ultimi cinque: opere pubbliche finanziate completamente con le metrature commerciali; eccesso di aree commerciali medio-grandi e localizzazione delle stesse in assedio del centro città; imposte, tasse e tariffe ai massimi livelli; nessuna mitigazione della leva fiscale negativa contro le imprese; mancanza di una politica di attrazione di nuovi investimenti produttivi sul territorio; politiche degli eventi e turistiche scarsamente efficaci ai fini commerciali; politiche del decoro e della sicurezza migliorabili; insufficienza delle infrastrutture purtroppo non affrontata nemmeno con il PNRR”.

“La situazione è obiettivamente difficile e necessita di interventi sistemici efficaci”.