Caccia Umbria

Piano anti Psa e abbattimenti cinghiali, in audizione anche cacciatori e Atc

Nell’Umbria che finora è riuscita ad evitare casi di Peste suina africana (Psa), ma che presenta una popolazione eccessiva di cinghiali, con rischi di diffusione del contagio soprattutto nelle aree dove si concentrano allevamenti di suini, la Lega, con i consiglieri regionali Manuela Puletti e Valerio Mancini, presidente della Commissione Agricoltura, intende acquisire dagli operatori interessati tutte le informazioni e le proposte, portando la trattazione della materia nella stessa Seconda Commissione, con l’invito in audizione dei rappresentanti delle associazioni agricole, venatorie e degli Atc per discutere con loro dell’impatto che potrà avere in Umbria il Piano per contrastare il rischio della diffusione della Psa.

“Finora – la premessa di Puletti e Mancini, grazie al controllo effettuato dalle autorità sanitarie, dall’azione dei cacciatori per ridurre la presenza dei cinghiali e dagli accorgimenti responsabilmente attuati dagli allevatori e agricoltori, in Umbria siamo riusciti ad evitare casi di Psa. Tuttavia, vista l’eccessiva popolazione di cinghiali stimata, occorre mettere in campo tutte le azioni più efficaci per ridurre la presenza di ungulati selvatici e, con essa, del rischio di diffusione della Psa. Per questo abbiamo intrapreso questa iniziativa affinché i membri della Seconda Commissione siano edotti sulla situazione effettiva. Attraverso un confronto con cacciatori, agricoltori e allevatori – spiegano Puletti e Mancini – per capire le ricadute in Umbria e come si possa agire nella maniera più efficace possibile per raggiungere gli obiettivi di riduzione della presenza dei cinghiali, soprattutto in quelle aree individuate dal Piano stesso come maggiormente critiche, per il numero di ungulati che si stima siano presenti e per la diffusa presenza di allevamenti suinicoli dove la Psa potrebbe diffondersi, con un danno incalcolabile per la nostra economia”.

“Confrontarci con le categorie su cui strategie e norme poi effettivamente impattano, richiedendo magari anche un cambio di abitudini e metodiche – aggiungono Puletti e Mancini – è il metodo che noi della Lega abbiamo sempre seguito, per comprendere meglio le problematiche di applicazione e per portare istanze e proposte migliorative nelle sedi istituzionali. Occorre una mobilitazione piena per le misure di controllo ed eradicazione, dove necessario, dei cinghiali nelle zone a rischio, come hanno fatto altre Regioni. Ed anche l’Umbria, dove fortunatamente non si sono registrati casi di Psa grazie anche il monitoraggio assicurato, deve essere pronta anche ad affrontare eventuali scenari più critici. C’è un’emergenza in corso con un enorme rischio economico e sociale e si deve essere capaci anche di scavalcare la burocrazia”.

“Noi – evidenziano Puletti e Mancini – abbiamo sempre sostenuto l’attività venatoria, dalla parte dei cacciatori. Di fronte al problema del rischio Psa c’è in più un problema che riguarda gli allevatori e la nostra economia e quindi vanno utilizzate tutte le deroghe, come si usa in sanità, per non vanificare il lavoro sin qui svolto. A tal proposito – concludono i due esponenti della Lega – l’audizione in Seconda Commissione vuole essere il punto di partenza di un percorso condiviso con gli stakeholder per arrivare ad un piano regionale fruibile e applicabile nel minor tempo possibile. L’auspicio è che il contenimento dei cinghiali e le misure concrete per cercare di continuare a tenere lontana la Psa dall’Umbria siano temi discussi nel prossimo Tavolo Verde regionale”.