Jacopo Brugalossi
Senza stipendi né prospettive per il futuro. E a breve, forse, anche senza lavoro. Sono davvero allo stremo delle forze i dipendenti della Ims/Isotta Fraschini di Spoleto che, approfittando delle 48 ore di sciopero proclamate settimana scorsa e iniziate stamani, hanno marciato in corteo per le vie del centro storico. Obiettivo, un nuovo faccia a faccia col sindaco Benedetti, reo a loro dire di non essersi speso abbastanza per difendere le sorti di una delle aziende più importanti del territorio e delle quasi 300 persone che vi lavorano.
Il corteo – Un centinaio le tute blu che hanno aderito al corteo, che al grido di “più lavoro, più rispetto” ha sostato per qualche minuto prima di fronte all’ingresso del Tribunale e poi a quello del Vescovato, per fermarsi infine sotto palazzo comunale. Qui, i lavoratori sono stati ricevuti dall’assessore Paolo Proietti, dal presidente del Consiglio Comunale Patrizia Cristofori e dal portavoce del sindaco Fausto Libori. Il primo cittadino, infatti, non rientrerà a Spoleto prima di mercoledì.
Futuro incerto – La tensione era palpabile all’interno della Sala dei Duchi. Comprensibile, visto che i lavoratori, che non vedono una busta paga da 4 mesi e hanno delle famiglie da mantenere (in diversi casi moglie e marito lavorano entrambi alla Ims), per usare le parole di una di loro stanno “morendo di una lenta agonia”. Tutto ciò che chiedono è una risposta chiara su cosa devono aspettarsi per il prossimo futuro. Ancor più degli stipendi, infatti, sono preoccupati per la latitanza di un serio piano industriale (nonostante se ne parli ormai da 2 anni), e non possono far altro che rimanere aggrappati alla speranza che la procedura di concordato preventivo intrapresa dall’azienda non porti alla sua chiusura.
Faccia a faccia col sindaco – Tale risposta, com’era prevedibile, gli amministratori non sono stati in grado di darla sul momento, anche se tanto l’assessore Proietti quanto la presidente Cristofori hanno assicurato di conoscere bene la situazione e di aver più volte messo le istituzioni regionali a parte dei problemi occupazionali alla ex Pozzi. Tutto quello che i lavoratori hanno ottenuto è la promessa di un nuovo incontro, questa volta direttamente col sindaco, in cui saranno illustrati gli eventuali passi in avanti fatti con la proprietà dell’azienda sulla salvaguardia dei 300 posti di lavoro a rischio. L’appuntamento è per mercoledì alle 13.
Cassa integrazione straordinaria – La promessa ha soddisfatto a metà i dipendenti, ormai poco inclini a credere che le istituzioni stiano veramente facendo del loro meglio per aiutarli. Senza contare che è in programma per domani, martedì 8, il summit a Perugia con sindacati, RSU e proprietà per parlare di cassa integrazione straordinaria, ultimo ammortizzatore sociale su cui forse poter ancora contare. “Perché il sindaco ci riceve quando ormai rischiamo di aver perso tutto?” Ha fatto presente qualcuno. “Sono 15 giorni che telefoniamo alla sua segreteria per chiedere un appuntamento, ma fino ad oggi ci è sempre stato negato”, ha sentenziato un delegato delle RSU. Certo è che il primo cittadino dovrà mettere sul piatto azioni concrete. 300 famiglie non possono più attendere.
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