Petrignano di Assisi ha un “cittadino onorario” in più. È Eugenio Fumagalli, che vivrà nei cuori e nei ricordi dei petrignanesi, e non solo, che hanno scelto di premiarlo con il Samaritano 2019 per il suo altruismo.
Tassista 47enne originario di Albiate, Monza, ma residente di Carugo, Fumagalli ha perso la vita lo scorso gennaio sulla Milano-Meda. Vedendo un’auto ribaltata, il 47enne ha accostato la sua auto, mettendo le quattro frecce e indossando la pettorina gialla di sicurezza. Ha salvato i due occupanti della vettura, una Fiat 600 colpita da un’altra vettura il cui conducente dopo lo schianto era fuggito.
Un gesto di altruismo che gli è stato fatale, visto che l’uomo è stato travolto da due vetture che nel frattempo sono arrivate a forte velocità; è morto sul colpo. “Ha raggiunto l’auto e ci ha salvato la vita: senza di lui saremmo stati travolti”, hanno raccontato i due fidanzati salvati all’epoca.
Come tanti altri italiani, Petrignano non dimentica Eugenio Fumagalli: “È un episodio che ci ha colpiti nel profondo per il valore solidale dell’azione che lo ho portato a salvare due vite”, ha detto Michelangelo Matilli, referente del premio “Il Samaritano” promosso dalla Pro loco petrignanese in memoria di Giancarlo Tofi, assisano che nel 1972 perse la vita investito da un auto nel tentativo di bloccare il traffico per salvare un ciclista caduto in mezzo alla strada. Dal 2018, anno della rinascita, il premio ricorda anche Bruno Batori, tra i promotori del riconoscimento negli anni ’70.
Le foto della cerimonia in onore di “Zulu 38”
Alla cerimonia ha partecipato anche una delegazione dei tassisti di Assisi che ai familiari del “tassista eroe Zulu 38” hanno donato una targa ricordo.
“A te Eugenio Fumagalli, Zulu 38 tassista eroe – si legge – che non hai esitato a rischiare la tua vita per salvare la vita di altri, come avevi fatto tante altre volte da poliziotto. Grazie per la tua generosità che onora noi tutti tuoi colleghi. Ora riposa in pace, abbracciato dalla misericordia e dalla tenerezza di Dio. I tassisti di Assisi”.
Al termine della cerimonia è stata piantata una rosa per mantenere accesa la memoria della vita donata.