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Peste suina, in Italia 2,3 milioni di cinghiali: chiesti all’Ue nuovi piani di contenimento

Sostenere gli sforzi dei territori oggetto di restrizioni per i casi di peste suina africana, stanziando risorse straordinarie per la bio-sicurezza. Finanziamenti specifici per gli allevamenti allo stato brado. Nuovi piani di contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica per prevenire la diffusione e la nascita di nuovi focolai.

E’ quanto chiede nell’interrogazione presentata alla Commissione Ue Daniela Rondinelli, europarlamentare M5S e membro della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo. 

L’Unione europea non abbassi la guardia sulla peste suina africana (Psa) – è l’appello dell’europarlamentare – malattia infettiva molto contagiosa tra gli animali ma non trasmissibile all’uomo, che colpisce in modo asimmetrico Stati e Regioni. Non basta più circoscrivere le aree in cui vengono individuati i casi di infezione tra i cinghiali selvatici dal momento che già diversi allevamenti suinicoli in Belgio, in Germania e nel Regno Unito sono stati colpiti dalla Psa”.

Nuovi piani di contenimento dei cinghiali

Rondinelli chiede sostegni ai territori colpiti. E, in chiave preventiva, nuovi piani di contenimento dei cinghiali, per prevenire la diffusione e la nascita di nuovi focolai.

“Solo in Italia – ricorda – gli esemplari di cinghiali selvatici sono oltre 2,3 milioni e il rischio d’infezione per gli allevamenti suinicoli allo stato brado dal Nord al Sud è oramai altissimo”.

Il controllo e la prevenzione sulla fauna selvatica sono due tasselli imprescindibili per evitare incalcolabili danni economici alla filiera suinicola, l’Unione europea agisca prima che sia troppo tardi” conclude Rondinelli.