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Peste suina africana: “Nominare un commissario”

Nominare un commissario che abbia pieni poteri per arginare una possibile epidemia di peste suina africana. Questa la proposta del presidente della commissione Agricoltura, Filippo Gallinella, a seguito del rinvenimento in Piemonte di un cinghiale affetto da PSA. Mentre altri due casi sospetti – di cinghiali rinvenuti sempre in provincia di Alessandria e in provincia di Genova – sono ora al vaglio dell’Istituto zooprofilattico a Perugia.


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Peste suina africana,
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“Dinnanzi alle notizie del primo caso nazionale sul territorio continentale di PSA, la peste suina africana – à la posizione di Gallinella – è il momento di agire con immediata risolutezza e abbandonando ogni indugio. Sono a rischio i nostri allevamenti e tutta una filiera agroalimentare Made in Italy di qualità, che potrebbe andare incontro alla paralisi. Dobbiamo dare una risposta forte, sicura e determinata: per questo invito il ministro della Salute, Roberto Speranza e il ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, a prendere in seria considerazione la nostra proposta di nominare un Commissario straordinario con pieni poteri, nonché personale e risorse dedicate affinché vengano messe in campo, senza indugio, le azioni di contrasto necessarie alla diffusione dell’epidemia”.


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L’attuale normativa sulla fauna selvatica

“La peste suina africana – ricorda l’esponente pentastellato – è da tempo attenzionata per quanto concerne la tutela del comparto e delle nostre produzioni d’eccellenza ma, le norme attuali sulla fauna selvatica con le competenze in capo alle Regioni, non ci consentono di fronteggiare una situazione emergenziale come quella a cui stiamo assistendo”.

“Reputo fondamentale – aggiunge Gallinella – avere una voce univoca che possa fare sintesi, in maniera immediata, delle possibili azioni da attuare. Auspico che i ministri competenti portino con estrema urgenza e con la dovuta importanza tale proposta in Consiglio dei ministri, perché non abbiamo tempo da perdere”.

L’appello agli allevatori

Nel frattempo Gallinella si appella anche agli allevatori affinché aumentino le misure di biosicurezza dei propri allevamenti, “in Umbria come nel resto d’Italia, con il sostegno delle Regioni. Ora, più che mai, la tracciabilità della carne di cinghiale è fondamentale ai fini della sicurezza umana e animale e, per tale motivo, dobbiamo accelerare su una questione non più procrastinabile” conclude Gallinella.