Perugia

Peste suina africana, altri 2 cinghiali sospetti inviati a Perugia per le analisi

Peste suina africana, altri due casi sospetti inviati dal Piemonte e dalla Liguria a Perugia al Centro di referenza nazionale per le pesti suine (CEREP) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, dove le controanalisi avevano confermato il contagio su un cinghiale trovato morto a Ovada (in provincia di Alessandria).

I due nuovi casi di sospette infezioni riguardano un cinghiale trovato morto a Franconalto (Alessandria) e uno a Isola del Cantone (Genova), a circa 40 km di distanza dal luogo in cui era stato trovato il cinghiale poi risultato infettato dalla peste suina africana.

L’Istituto Zooprofilattico di Torino ha inviato le carcasse dei due animali a Perugia per le controanalisi, attese per l’inizio della prossima settimana.


L’allerta peste suina africana
non coglie impreparati i cacciatori


La peste suina africana è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali, di origine virale, molto contagiosa, ma che non contagia l’uomo. Tuttavia una sua epidemia creerebbe danni ingenti al comparto suinicolo. Per questo, in attesa di disposizioni da parte del Ministero della salute, dopo il primo caso accertato in 78 Comuni di Piemonte e Liguria è stata vietata la caccia ad ogni specie.

Le associazioni venatorie ribadiscono il ruolo fondamentale dei cacciatori nel controllo degli animali selvatici sul territorio. Ma allo stesso tempo mettono in guardia da allarmismi che possono essere strumentalizzati in chiave anti-caccia.