A livello nazionale decise le misure per evitare il diffondersi del virus dai cinghiali ai suini negli allevamenti
Mentre si attendono gli esami sugli altri due cinghiali – dopo quello accertato a Ovada (Alessandria) – inviati per le analisi all’Izsum a Perugia (gli animali sono stati trovati ancora nell’Alessandrino e in provincia di Genova), si riunisce oggi (lunedì) l’Unità c entrale di crisi.
Il caso confermato sul cinghiale rivenuto a Ovada ha messo in allarme le autorità perché si tratta del primo caso nell’Italia continentale di peste suina africana, sinora rinvenuto in Italia solo in Sardegna. Si tratta di un virus non trasmissibile all’uomo ma che che può mettere a repentaglio il settore suinicolo nazionale.
Peste suina africana,
“nominare un commissario nazionale”
Le misure intraprese
Da qui le azioni intraprese dalla Regione Piemonte e dalla Liguria (ia sindaci di 78 Comuni è stato chiesto, tra le altre misure, di fermare la caccia ad ogni specie) e ora dalle autorità nazionale.
Come previsto dalle norme vigenti e dal piano di emergenza nazionale, il focolaio è stato subito notificato dal Ministero della Salute alle competenti autorità comunitarie ed internazionali. Inoltre, trattandosi di focolaio nel selvatico è stata convocata una riunione di emergenza del Gruppo operativo degli esperti allo scopo di delimitare l’area infetta e definire le misure straordinarie da attuare per limitare la diffusione della malattia.
L’Unità di crisi regionale in Piemonte ha avviato controlli negli allevamenti di suini dell’area infetta.
Il Ministero della Salute ha chiesto inoltre di rafforzare la sorveglianza anche per il settore domestico, relativamente alle operazioni di trasporto e movimentazione degli animali, dei mangimi e delle persone.
L’Unità di crisi centrale
E sono attese per oggi le decisioni dell’Unità di crisi centrale. Al termine della quale il Ministero della Salute aggiornerà sulla delimitazione della zona infetta e sul dettaglio delle misure necessarie. Ciò in ragione “del gravissimo rischio economico per il settore produttivo della suinicoltura italiana e l’industria agroalimentare ad esso collegata”.