Cronaca

Pesce “illegale” dal Trasimeno diretto in Romania, pescatori “senza controlli è far west”

La Polizia stradale ha multato per circa 3.000 euro il conducente di un furgone, un rumeno di 28 anni che trasportava un carico di pesce nella totale assenza delle norme igieniche e sanitarie. Un carico di pesce di dubbia provenienza e in condizioni non idonee, destinato probabilmente alla Romania è stato intercettato quando una pattuglia ha notato in A1, carreggiata nord, un furgone con targa rumena in evidente sovraccarico.

Dopo che i controlli hanno confermato il peso eccessivo del mezzo, gli agenti hanno richiesto l’intervento del Servizio Veterinario della Asl. Dalla documentazione di accompagnamento è emerso che il pesce era stato “pescato nel lago Trasimeno”. Da un’ulteriore verifica con la Ausl umbra, sono invece risultate mancanti tutte le informazioni relative alla tracciabilità del prodotto.

L’autocarro conteneva pesci di varie pezzature, disposti all’interno di contenitori di polistirolo privi di coperchio, in pessime condizioni igieniche e con etichette e diciture non riconducibili ai pesci contenuti. Sia le scatole che le etichette erano infatti riferite a salmoni. La mancanza di coperchio faceva sì che acqua e sangue cadessero dalle scatole e andassero a contaminare i pesci sottostanti, fino a defluire fuori dal furgone. Il ghiaccio non era presente in quantità idonea alla conservazione.

I pesci più grossi, che non entravano dentro le scatole, erano stati eviscerati e lasciati senza contenitore a contatto con le pareti del furgone. Successivi approfondimenti fatti dalla ASL sull’accaduto inducono anche a sospettare fortemente la pesca di frodo, pratica dannosa per l’ecosistema, che in questo caso non è stato possibile accertare. L’automezzo con il carico è stato scortato dagli operatori del Servizio Veterinario e da una pattuglia della Polizia Stradale di Battifolle presso l’ impianto Aisa di San Zeno dove è stato smaltito.

Sulla vicenda abbiamo raccolto il commento della cooperativa dei pescatori di San Feliciano, l’Ad Walter Sembolini  ha valutato le immagini fornite dalla Usl di Arezzo, “il colore del pesce mi fa pensare che sia proprio del nostro lago, sono carpe  e boccaloni, non ho molti dubbi ma non stupisce che possano avvenire queste cose se non esistono più controlli di nessun tipo sul lago Trasimeno. Da quando non c’è più la polizia provinciale il lago è terra di nessuno. La pesca di frodo non viene arginata e anzi credo che si stia diffondendo a solo danno di chi come noi con il lago ci vive e lo rispetta”.