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Pesca, in Abruzzo deroga alla trota fario | Pressing anche in Umbria

Dopo la deroga alla Regione Abruzzo per il ripopolamento dei corsi d’acqua con la trota fario, si tornai in pressing per un provvedimento simile anche in Umbria. Dove la Regione, sulla base di quanto previsto dalla Carta ittica, ha finora sempre ribadito di non poter andare contro la normativa nazionale.

“L’Abruzzo è stata autorizzata dal ministero della Transizione Ecologica a immettere per un triennio trote fario nelle acque pubbliche per ripopolare i fiumi e alimentare la pesca sportiva – spiegano i consiglieri regionali della Lega Umbria Manuela Puletti e Valerio Mancini insieme al referente del dipartimento pesca della Lega in Umbria, Luciano Capoccia -. A darne l’annuncio l’assessore leghista Emanuele Imprudente, vicepresidente della Regione con delega ad Agricoltura e Caccia e Pesca. Invitiamo l’assessore Morroni a confrontarsi con Marche e Abruzzo insieme agli uffici regionali umbri, al fine di adottare analoghe procedure che hanno consentito a queste regioni di raggiungere tali risultati”.

“Intorno alla pesca sportiva ruota anche il comparto del turismo che rappresenta una risorsa importante per la nostra regione, – sottolineano – per questo come Lega abbiamo evidenziato a più riprese la necessità di agire con anticipo e con più coraggio al fine di salvare la stagione piscatoria”.

Da qui il nuovo appello all’assessore Morroni: “Auspichiamo che l’assessorato stia facendo quanto necessario affinché arrivi anche in Umbria la deroga del ministero che in Abruzzo e nelle Marche ha già consentito il ripopolamento – proseguono – sappiamo però che altre Regioni hanno proceduto al ripopolamento senza questo lascia passare ma basandosi sull’emendamento Bossi nel Mille Proroghe, prassi che forse avremmo potuto seguire anche in Umbria”.

“Ricordiamo – continuano i leghisti – che esiste una mozione presentata dalla Lega e approvata all’unanimità dall’Aula in cui si invita l’assessore a fare il possibile per risolvere il problema. L’assessore Morroni non ascolti solo le associazioni ambientaliste, – rimarcano i leghisti – ma sarebbe opportuno stabilire un confronto anche con le cinque associazioni regionali di pesca sportiva, spesso penalizzate da scelte politiche che la Lega non ha mai condiviso. La nostra regione dovrebbe essere un’avanguardia in certi ambiti – concludono Puletti, Mancini e Capoccia –  e non merita certo di essere fanalino di coda sulla gestione della pesca sportiva e della caccia”.