Valnerina

Pesca e sport acquatici “incontrollati”, appello per una coesione regolamentata

Pesca e sport acquatici, appello per una coesione regolamentata. E’ quello rivolto all’assessore regionale Morroni – e per conoscenza ai sindaci di Norcia, Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera e Scheggino – dalle associazioni di pesca sportiva F.I.P.S.A.S. (Comitato Regionale Umbria), Coordinamento Umbria Fly Fishing,
A.R.C.I. PESCA F.I.S.A., E.N.A.L. PESCA, A.N.C.L. PESCA.

La associazioni di Pesca Sportiva firmatarie della lettera, a seguito di ripetuti e proficui contatti, si sono trovate concordi nel richiedere alla Regione maggiore attenzione e specifici controlli nei confronti degli
sport acquatici, attualmente praticati in modo massiccio e incontrollato in Valnerina (Rafting,
Canoa, Kajak, torrentismo).

I pescatori ricordano che queste attività vengono praticate in siti di interesse comunitario, appartenenti a Rete Natura 2000, istituiti in base alla direttiva 92/43/CEE “Habitat”. In tali siti la Valutazione di incidenza è una procedura obbligatoria nei casi in cui le attività, come quelle sopra menzionate, possono avere effetti, diretti o indiretti, sugli obiettivi di conservazione della Rete Natura 2000.

Ricordano inoltre che è ancora vigente un Regolamento regionale che stabilisce un tirante idraulico
minimo, al di sotto del quale non è comunque consentita alcuna forma di navigazione, al fine di
prevenire danni al benthos e conseguentemente all’intero ecosistema acquatico.

“Servono regole”

“Qualora le condizioni a tutela dell’ambiente fossero soddisfatte – proseguono le associazioni della pesca sportiva – è comunque inderogabile la necessità di stabilire regole precise su tempi, luoghi e modi per l’esercizio di queste attività, che attualmente vengono praticate in modo totalmente libero e fuori controllo. La necessità di una regolamentazione si rende indispensabile anche per ridurre le interferenze con la pesca sportiva, che attualmente risulta fortemente ed ingiustamente penalizzata”.

Ricordando come chi pratica la pesca sportiva in Valnerina è tenuto a pagare una licenza annuale, un tesserino segna catture per Acque di categoria A, a cui si aggiunge un permesso giornaliero per le ZRS.

“Per un principio di equità – propongono – sarebbe auspicabile che venisse richiesto un permesso giornaliero anche ai praticanti di attività nautiche fluviali, i cui introiti potrebbero essere destinati ai comuni interessati e finalizzati ad attività di manutenzione e cura dei luoghi ove detti sport sono
intensamente praticati. In particolare lungo i fiumi Corno e Nera si contano decine e decine di discese giornaliere di gommoni, che penalizzano fortemente l’attività di pesca sportiva”.

“E’ urgente – concludono le associazioni della pesca sportiva firmatarie della nota – stabilire regole
stringenti, affinché ognuno possa fruire dei fiumi nel rispetto degli altri e soprattutto nel limite della
sostenibilità ambientale”.

(foto generica di archivio)