Un perugino di 26 anni braccio destro dell’uomo che “è morto 52 volte”, presentando documenti falsi nei tribunali di mezza Italia per sfuggire alla giustizia simulando il proprio falso decesso. Il Nucleo Radiomobile di Genova, nelle scorse ore ha arrestato Stefano Ramunni di 55 anni originario di Bari e il complice di 26 anni (G.C.), abitante in provincia di Perugia, entrambi gravati di pregiudizi di polizia.
I due, sono stati notati nei giorni scorsi dai carabinieri nel capoluogo della Liguria, sono stati trovati in possesso di numerose carte d’identità contraffatte valide per l’espatrio, rilasciate dallo Stato Città del Vaticano, numerose fotocopie di altre carte d’identità e tessere sanitarie intestate ad altre persone, verosimilmente utilizzate per reiterate truffe.
Ramunni è notissimo alle cronache nazionali. Protagonista, in negativo, di molti servizi del programma Le Iene che lo hanno anche recentemente intervistato prima dell’arresto delle scorse ore. Da ulteriori accertamenti, sembrerebbe che i due, come ultimo atto prima del tintinnare delle manette abbiano attivato un contratto telefonico utilizzando un documento contraffatto intestato a un 33enne veneziano, Alvise Maniero, parlamentare del M5S.
Il gip del tribunale di Genova nelle scorse ore ha confermato il fermo di polizia giudiziaria sia per Ramunni che per il 26enne perugino. Il giudice dopo avere convalidato il fermo ha disposto che Ramunni e il perugino rimangano in carcere perchè ritiene che esista il pericolo di fuga. Ramunni, era uscito dal carcere pochi giorni fa e ora è di nuovo in arresto anche per aver violato l’obbligo di firma.
L’ultima volta Stefano Ramunni era finito in carcere per sostituzione di persona, falsità materiale e indebito utilizzo di carte di credito. Rimasto per tre mesi nel carcere di Treviso, è stato rilasciato dal gip Angelo Mascolo, secondo il quale era sufficiente a bloccare i reati del 54enne l’obbligo di dimora e firma a Milano.