Perugia

“Perugini tra i perugini”, interpretazioni politiche e grammaticali

In tempi di razzismo strisciante e, per contro, della ricerca di un politicamente corretto talmente corretto da sfociare nella scorrettezza, ad offrire l’ennesima polemica in questa campagna elettorale perugina è una frase inserita nei manifesti di Progetto Perugia per Romizi sindaco. “Solo perugini tra i perugini“, è la parte della frase incriminata. A sinistra si grida, se non al razzismo, alla discriminazione: è questa la Perugia pluralista, multiculturale ed accogliente che Romizi ha creato in questi cinque anni di amministrazione?

Ormai Romizi è ostaggio della Lega, di Salvini e di Pillon non solo per i voti, ma anche per le parole” attacca il consigliere dem Tommaso Bori. E non è il solo. Perché a sinistra, quel messaggio “ai perugini” appare appunto un omaggio all’alleato che, presumibilmente detiene le azioni di maggioranza del centrodestra a Perugia, cioè la Lega di Salvini. Insomma, “Perugia ai perugini” come “l’Italia agli italiani“, grido con il quale il Capitano è approdato al governo nazionale.


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I sostenitori del sindaco replicano spiegando che con quella frase Romizi ricorda ai perugini di essere uno di loro e di aver lavorato con loro al loro servizio. E comunque, accusano a loro volta di scorrettezza chi punta l’indice utilizzando una parte di una frase estrapolata dal contesto. In effetti, la frase che chiude il manifesto con cui Romizi ringrazia la comunità cittadina, recita così: “Solo perugini tra i perugini, ai quali riconsegniamo quale Perugia potrà ancora essere“.

Nel dubbio se il messaggio sia o meno politicamente corretto, qualcuno si è interrogato sulla correttezza della sintassi dell’intera frase che contiene il fatidico “solo perugini tra i perugini” e comunque sulla comprensibilità del messaggio che si voleva lanciare per favorire la riconferma di Romizi a Palazzo dei Priori.


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Ah, per la cronaca, la prima fase del manifesto, sulla quale non si sono accesi i riflettori della disputa politica perché manca di invocazioni esplicite “ai perugini”, recita così: “Abbiamo servito la nostra città con il massimo impegno, sempre consapevoli di quale onore e quale responsabilità“. Forse manca qualcosa, un verbo, politicamente corretto o no. Magari, anche qui, è intervenuta la censura della Santa Inquisizione. I sostenitori di Romizi confidano di trovarlo quel “qualcosa” perduto, da qui al 26 maggio.