Un tavolo al Mise intorno a cui, intorno alle 11, si sono seduti i vertici Nestlè, i sindacati e le istituzioni. Nuovo passaggio decisivo per la vertenza della Perugina, dopo che Nestlè ha annunciato oltre 300 esuberi (su circa 900 dipendenti).
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“Abbiamo ribadito innanzitutto che il Governo e le istituzioni sono fermamente contrari a qualunque licenziamento. Siamo fermamente convinti che con un lavoro condiviso si possa individuare la soluzione migliore, le risorse ci sono, il Governo le garantisce a fronte, però, di un percorso chiaro e condiviso“. Così la viceministro Teresa Bellanova, in una nota diffusa al termine del tavolo, spiegando che con l’incontro di questa mattina “viene istituito un tavolo di monitoraggio della durata di sei mesi attraverso il quale verificheremo l’attuazione degli impegni sottoscritti tra azienda e sindacato ad aprile 2016“.
Quell’accordo, continua la nota, “contiene un percorso e relativi compiti per ciascuna delle parti, nonché un congruo piano investimenti, che ancora non è stato del tutto esperito nei fatti”. Il viceministro Bellanova ha quindi invitato le parti “a incontrarsi fin da subito in sede territoriale“.
Intanto, a San Sisto, dall’alba di questa mattina è iniziato lo sciopero ed il presidio dei lavoratori che ha trovato il suo culmine alle 10 con un palco per gli interventi. Per i social è stato creato l’hashtag #IoDifendoLaPerugina. Per giovedì prossimo 28 settembre i sindacati hanno già convocato le assemblee dei dipendenti.
Nestlé
“Nestlé Italia ha confermato in toto gli obiettivi del piano industriale, e ha dato conto del puntuale adempimento di tutti gli impegni sottoscritti, che stanno procedendo integralmente e nel pieno rispetto dei tempi previsti”. Gli investimenti da 60 milioni per l’ammodernamento della fabbrica e lo sviluppo di Perugina in Italia e all’estero, continua la multinazionale, con l’export di Baci come simbolo del Made in Italy sono stati tutti confermati. Le accuse di inadempienza o di ripensamenti rivolte all’azienda sono stati pertanto totalmente smentiti in sede ministeriale.
Sulla data dell’11 gennaio 2017 Nestlè aggiunge “confronto su eventuali modifiche dell’organizzazione del lavoro nonché percorsi di formazione e riconversione professionali per favorire la continuità occupazionale o la ricollocazione dei lavoratori coinvolti“. “Siamo convinti che il piano presentato nel 2016 per il rilancio del sito perugino e per il suo sviluppo sostenibile, rappresenti la miglior scelta per prenderci cura del business e delle nostre persone”, ha dichiarato Massimo Ferro, Corporate Strategy Director. “Il Gruppo Nestlé due anni fa ha definito gli investimenti e il tempo per fare di Perugina un hub internazionale per la produzione di cioccolato premium. Già ora il 40% dei volumi di San Sisto dipendono dalle commesse delle altre consociate europee. Con l’aiuto di tutti, vogliamo perseguire l’obbiettivo di dare un futuro sostenibile allo stabilimento di Perugia”, ha concluso Massimo Ferro.