“Uniti aumentano le possibilità di trovare la miglior soluzione alla vertenza Nestlè”. Ne è convinto Daniele Marcaccioli segretario di Uila Uil Perugia. “Non v’è dubbio – ha proseguito Marcaccioli – che insieme si è più forti, ma questa volta ci vorrà di più. L’unione di intenti, mostrata durante le assemblee con i lavoratori della Nestlé Perugina dalle tre categorie Fai, Flai e Uila regionali e dalla Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) di stabilimento, dovrà avere il supporto di tutti i lavoratori e contemporaneamente l’appoggio delle confederazioni regionali di Cgil, Cisl e Uil, delle segreterie nazionali di categoria, delle istituzioni, a iniziare dalla presidente della Regione Umbria, delle forze politiche, del Ministero dello sviluppo economico, della città di Perugia e di un’informazione stampata e televisiva puntuale e precisa”.
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“La Perugina – ha aggiunto Marcaccioli – non ha mai vissuto un periodo come quello che si prospetta, così complicato e con questo calo di volumi. Anche se, notizia di oggi, sembra che i volumi produttivi tornino a crescere di circa 1,5 tonnellate di tavolette nell’anno in corso e che dovrebbero a breve rientrare i primi stagionali, la situazione resterà difficile. Occorre trovare soluzioni in termini di produzioni”.
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Il contratto di solidarietà sottoscritto fra le parti e attuato dal 1 settembre 2014 ha scongiurato, nell’immediato, l’esubero di personale sino al 31 agosto 2016. “In quell’accordo la Nestlé – ha commentato Marcaccioli – si impegnava al rilancio del marchio Perugina in Italia e all’estero, allo sviluppo del sito di San Sisto, a utilizzare a pieno l’articolazione tecnologica dello stabilimento migliorandone l’efficienza operativa. Di tutto ciò, a oggi, si è visto solo un risparmio economico pagato dai lavoratori in solidarietà. Il 9 ottobre in Confindustria a Perugia, alla presenza di Corrado Castrovillari, direttore generale della Divisione dolciari dell’azienda, chiederemo a Nestlé un resoconto su tale accordo”. “Sembra strano – ha proseguito Marcaccioli – ma negli ultimi cinque mesi, le vendite nella grande distribuzione dei grandi marchi, sono schizzate a 22 miliardi di euro. Fra le aziende interessate c’è la Nestlé, con un risultato economico di vendita pari a 618 milioni di euro, e la S.Pellegrino che una strategia sindacale e aziendale lungimirante ha permesso di riportare a livelli eccezionali in Italia e all’estero, nonostante il settore acque abbia vissuto momenti di difficoltà. Questo associando la vendita di due tipologie di acque, così l’una è diventata traino dell’altra. Non so se sia possibile farlo nel dolciario ma qualcosa Nestlè deve studiare e noi abbiamo l’obbligo di spronarla”.
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“L’ultimo investimento importante a San Sisto – ha ricordato Marcaccioli –, datato primi anni 2000, risale alla linea Forza, nuova tecnologia capace di inserire una crema areata all’interno di un cioccolatino. Poi si è parlato del progetto ‘Confiserie 5 Stelle’, rimasto a uno stato embrionale. I volumi devono tornare a crescere. Oltre al Bacio, dovranno essere tavolette, caramelle e biscotti, oppure produzioni alternative contro stagionali. Si è parlato tantissimo di caffè ma Nestlè ha investito su questo altrove. Nestlé provi a inventare qualcosa, magari cioccolato fatto in Perugina, complementare o succedaneo al caffè, una tazzina modellata, un cucchiaino da associare a ogni confezione di cialde. Se non è caffè che sia altro. Se c’è la volontà politica qualche altra produzione può e deve arrivare a San Sisto. Si investa in pubblicità, marketing e nuove tecnologie. I lavoratori sono pronti, se lo meritano, se lo merita la storia dello stabilimento e della città”.
Nei prossimi giorni la Rsu metterà in piedi un incontro con le segreterie regionali di categoria Fai, Flai e Uila e confederali di Cgil, Cisl e Uil per “pianificare il percorso – ha concluso Marcaccioli – che le porterà ad assumere iniziative per far capire a Nestlè che la Perugina non è solo la storia ma anche il futuro della città e dei lavoratori dello stabilimento di San Sisto”.