Si è tenuto ieri, martedì 9 maggio, un incontro in Confindustria tra Nestlé e Sindacato sulla verifica dell’Accordo del 7 aprile 2016 con un focus specifico sul progetto di rilancio della confiserie. Nuovi codici e nuova rete vendita per rendere competitivo questo settore in un mercato che comunque tiene. Un nuovo assetto tecnologico in fabbrica per aumentare produttività e qualità delle produzioni. Insomma, una nuova gestione della confiserie che dovrà rappresentare un ennesima vetrina del valore aggiunto del marchio Perugina.
Inoltre, dopo vari rinvii finalmente la Nestlé ha ufficializzato il contratto di fornitura alla Froneri dei biscotti per il Maxibon della durata di tre anni e con un iniziale quantitativo di circa 930 tonnellate.
Continua il buon andamento del Bacio e delle tavolette, sia sul mercato interno che sull’export, purtroppo sull‘export l’aumento del 44% non si traduce in volumi importanti, tali da assicurare un conseguente aumento produttivo.
Il piano quindi va avanti e segue la sua logica di rilancio e rafforzamento del brand Bacio e Perugina.
Al tavolo la Nestlé ha presentato, richiamando le linee guide dell’accordo del 7 aprile, così come concordate e condivise dalle parti, un progetto di riassetto organizzativo degli organici, entrando nel merito dei numeri in maniera unilaterale. Definendo quindi una strategia a nostro avviso frettolosa e controproducente. Una fuga in avanti, perché ad un anno dal termine dell’accordo è prematuro parlare di numeri, controproducente perché si tradisce lo spirito e il contenuto dell’accordo che parla di condivisione e step di verifiche continui.
“E proprio per questo spirito di concertazione e riaffermando l’impianto dell’accordo, abbiamo preteso – scrivono i sindacati – in maniera unitaria un verbale di riunione che ricomponga questa spinta in avanti della Nestlé nel solco dell’accordo, recuperando anche in questo frangente il ruolo primario della Commissione bilaterale, che finora ha gestito il piano di investimenti tecnologici in fabbrica.
La scelta di valorizzare il nostro ruolo di protagonista, in questa preoccupante fase della vita della nostra fabbrica, è figlia di una consapevolezza mai negata del problema esuberi (non a caso negli ultimi 5 anni abbiamo sempre fatto uso di ammortizzatori sociali), rispetto al quale però l’accordo del 7 aprile doveva e deve essere, a nostro avviso, ancora un valido strumento alternativo, che nulla ha a che fare con la frettolosa soluzione che ha presentato l’azienda.
Non accettiamo numeri preordinati, lo sforzo comune deve rendere questa fabbrica competitiva ed efficiente, non accettiamo l’idea che 60 milioni di investimenti possano essere irrilevanti rispetto ai livelli occupazionali; questa fabbrica ha bisogno di volumi e nuove produzioni.
Questa fase la gestiremo senza faciloneria e con una coerenza che ci ha sempre contraddistinto, e sapremo anche in questo frangente rispondere alla multinazionale sfidandola piuttosto che subendone le scelte unilaterali.
In considerazione dell’esito dell’incontro e del momento delicato, i sindacati e la Rsu Perugina organizzeranno a strettissimo giro un’assemblea con i lavoratori per approfondire le questioni emerse”.